– Com’è iniziato il tuo percorso musicale?
Il mio percorso musicale ha avuto inizio quando ero piccolo: dopo un trauma cranico ho trovato nel pianoforte il mio riparo e lo strumento per rientrare in contatto con il mondo. Lasciavo che le mie mani fluissero sul pianoforte e questo svelava aspetti di me che non sapevo, creando sinergia e simpatia con le persone che mi circondavano. La Musica mi consentiva di viaggiare e di andare più il là di quanto un bambino potesse raggiungere. Negli anni ho studiato e sperimentato i rapporti fra la musica e l’energia, la psiche e le emozioni finché, un giorno, mi è stata offerta la possibilità di farne un lavoro: allora ho ulteriormente approfondito la teoria della musica, per giungere a scoprire che, per studiare musica, si ricomincia sempre da capo, armati di tanta umiltà e passione.
– C’è stato un momento preciso nella tua vita in cui hai capito che avresti dovuto fare musica?
Una volta concluso il percorso Universitario e conseguita la Laurea Magistrale in Filosofia della Comunicazione che mi ha portato ad approfondire la metafisica e le parole, ho capito che ciò da cui ero estremamente attratto altro non era che il suono, analizzato in tutte le sue sfaccettature, quindi le frequenze, studiate anche da un punto di vista fisico e medico. Questo studio ha nutrito la mia vena artistica confluita nella composizione di musiche e testi (i primi scritti esclusivamente in lingua inglese, la mia seconda lingua) e da allora ho capito che non potevo non comunicare questa mia fascinazione e, quindi, non potevo non fare musica per arrivare agli altri; ho scelto perciò il percorso della Pop music per poter arrivare a tutti e mantenere un rapporto con il mondo esterno, perché studiare musica richiede molta solitudine.
– Cos’ha portato la musica nella tua vita?
In seguito al mio incidente, durante il lungo percorso di riabilitazione (ho reimparato a fare tutto, camminare, parlare, scrivere…) ho dovuto compensare il forte abbassamento della vista ed il mio corpo ha reagito acuendo il senso dell’udito. Da quel momento ho scoperto che l’armonia musicale era diventata oramai il mio approccio con il mondo esterno e quindi il modo di metter in ordine quello sentivo e percepivo. La Musica, o meglio, l’armonia musicale, mi ha salvato la vita e ho voluto, voglio comunicarlo a tutti, poiché credo fermamente che essa porti beneficio: essa ci spinge su lidi lontani, facendoci vedere panorami sconosciuti eppure intimamente familiari. La musica permette di scoprirmi, di scoprirci.
– Che programmi hai per i prossimi mesi?
Sicuramente proseguirò ad approfondire lo studio della Musica che mi porterà a comporre nuovi brani. Nel mese di Agosto girerò il video del secondo singolo in italiano (che si lega indissolubilmente a “Portami con te”) e stiamo organizzando le date dei prossimi live: purtroppo le prime le ho dovute saltare a causa del Covid ma conto di rimettermi in gioco quanto prima per raccontarvi live il nuovo Vasco in italiano.