Tre navi Gazprom giĂ nella collezione de il Museo diffuso dellâabbandono nel porto di Ravenna. Una notizia quanto mai attuale dopo lâannuncio della chiusura del gasdotto Nord Stream 1 di proprietĂ della societĂ russa Gazprom.
Ufficialmente si chiamano V-Nicolaev, Vomvgaz e Orenburg Gazprom le tre navi fluviali di fine anni â80, lunghe circa 110 metri, di proprietĂ di una societĂ riconducibile al colosso russo Gazprom, ferme nelle acque del Candiano dal 2006 dove la capitaneria di porto per comoditĂ le ha ribattezzate amichevolmente le tre caravelle e rientranti nel progetto âIN LOCO. Il Museo diffuso dellâabbandonoâ dellâAssociazione Spazi Indecisi di ForlĂŹ.
Unico in Italia IN LOCO è un progetto culturale di valorizzazione del territorio che invita allâesplorazione di luoghi in stato di abbandono della Romagna in maniera immersiva, emozionante e commovente combinando esplorazione, memoria e tecnologia.
Le tre navi arrivate da Sebenico, con un carico di pietrame calcareo diretto al terminal della Fassa Bortolo, sono state per un periodo ormeggiate nella darsena della cittĂ di Ravenna per una questione di sicurezza dovuta allâabilitazione non si piĂš mosse dal territorio romagnolo causa accumulo di debiti, sequestri conservativi ed infine disinteresse dello stesso armatore. Dal 2009 sono a ridosso della scarpata della cassa di colmata della penisola Trattaroli.
âLa rigenerazione di unâarea urbana articolata e intrisa di memoria, come la Darsena di Ravenna, è un atto ad alto impatto sociale. La lettura e la comprensione di tale patrimonio sono necessarie per costruire nuove progettualitĂ e opportunitĂ che possano ricollocare progressivamente un luogo essenziale della cittĂ nel panorama culturale e commerciale della vita quotidiana. Il percorso di rigenerazione attuato in Darsena ha innescato un processo culturale e sociale con ricadute sulle modalitĂ di intervento in unâarea complessa, sperimentando soprattutto la temporaneitĂ come orizzonte di progettazione.â Commenta, Francesco Tortori, tra i fondatori del Museo.
Il percorso, iniziato nel 2011 circa, sta rivelando efficacia e concretezza, anche per la sua capacitĂ di creare interazione fra attori pubblici, privati e tecnici, incentivando il dibattito tra cittadinanza, associazioni, proprietari di aree e lâAmministrazione. Questâultima, infatti, ha avviato la ridefinizione di una normativa specifica per gli usi e riusi temporanei, che offre nuovi strumenti per lâattivazione delle ex aree produttive e delle aree di banchina.
âMolti gli esempi tangibili e le esperienze nate durante questo percorso, a livello culturale, imprenditoriale, sociale su tutto il territorio. Grazie a questo progetto, anche la darsena può tornare a essere spazio pubblico, bene comune, infrastruttura di culture, luogo di comunitĂ e di ricongiunzione di paesaggi urbani differenti che ritornano ad essere parte della percezione collettiva. Attraverso i principali edifici che costituiscono il paesaggio della Darsena, lâitinerario Darsena 3.0 non è solo unâesplorazione dellâarchitettura industriale dismessa, ma una scoperta delle tracce dellâevoluzione della storia industriale, economica e commerciale nel territorio.â Conclude, Francesco Tortori, tra i fondatori del Museo.
Il museo dellâabbandono è sempre in continua evoluzione in quanto aspira a produrre riflessioni, aggregare comunitĂ in grado di prendersi cura di questi luoghi e trasformarli in risorsa collettiva. A questo scopo lâAssociazione Spazi Indecisi lavora costantemente alla mappatura di spazi in abbandono (ville, conventi, edifici, colonie, etc) affinchĂŠ possano raccontare a tutti noi la loro storia.
NAVI GAZPROM
Indirizzo: Canale del Candiano, Ravenna
Costruzione: fine anni â80
Abbandono: 2006