C’è qualcosa nell’esteriorità di un cavallo che si attaglia all’interiorità di un uomo. (Winston Churchill)
Il diritto sulla propria persona e il valore singolare che la delicatezza sull’argomento privacy sta acquisendo nella contemporaneità deriva dalla “disciplina” delle intercettazioni, pratica entrata in vigore come decreto legge nel 2019 che autorizza l’uso dei Trojan sui dispositivi per controllarli e captare i dati personali. L’etimologia della parola indica il modo “epico” e subdolo in cui il programma penetra nel sistema e che l’utente con attrazione lascia entrare e auto avvia a suo discapito. Sorge immediata la domanda su quali siano le funzioni tipiche e quelle vietate di un captatore “autorizzato” e su quale base si regolino queste procedure attuate da un Trojan di Stato. Per la prima volta nella storia si è ipotizzato che il captatore informatico possa essere qualificato come strumento idoneo a influire sulla libera determinazione di un soggetto, divenendo uno strumento altamente invasivo. Una vera attività di ispezione informatica.
Non credete al cavallo è una riflessione costruita intorno a un’azione performativa/fotografica pensata per generare attrazione e allo stesso tempo dubbi e fornire spunti sulle odierne vulnerabilità dovute alle condizioni di accessibilità dei nostri dati. Affrontando il “controverso dono” senza limitarsi a ribadire in modo lapalissiano concetti sui pericoli dell’epoca digitale l’artista condivide attraverso la bidimensionalità della vetrina su strada una riflessione sull’azione che impone la propria percezione del mondo (in questo caso in riferimento alla seduzione metaforica dei Trojan), attraverso mise en scene, performance e installazione.
Il tentativo di Lucrezia Testa Iannilli che ha lavorato nello spazio per questo quarto appuntamento, è creare una dissonanza cognitiva, riportando l’atto fotografico alla necessità di esperienze ordinarie o estreme, mettendo in discussione le finalità dell’approccio, spingendo i limiti della pratica fino alla possibilità di una non interazione tutt’altro che statica, generando tramite un conflitto di idee e sensazioni, disagio, stupore o tensione.
Gli spazi indipendenti diretti da artisti stanno sviluppando continui scambi sul territorio con spirito pionieristico. Nello specifico a Viterbo nasce nel 2020 come artist-run space il progetto _VU, dove si trova la sede laziale di Égreen, società specializzata nella vendita di luce e gas che diversi anni fa, rilevando sulla facciata della città una delle numerose vetrine chiuse, ne ha riqualificato gli ambienti per aprire un suo punto di supporto sito fra le architetture novecentesche di una delle maggiori vie di passaggio del centro storico.
Poi L’incontro progettuale fra il direttore dell’azienda viterbese, Carlo Puglisi Alibrandi e l’artista Lucrezia Testa Iannilli, ha fatto nascere il manifesto e poi progetto _VU, facendo divenire la sede punto di rife- rimento per fruire della ricerca contemporanea. Una contaminazione fra ambito artistico e azienda, dove Égreen assume il ruolo di “contenitore e distributore” mentre il programma di Lucrezia riflette sul concetto di residenza dove sono possibili indugi, prese di posizione, ripensamenti, dando sostegno logistico in riferimento al lavoro degli artisti. _VU e Égreen diventano spazio/varco che guarda in strada, 20 mq di volume-superficie che prescinde dalle relazioni e si offre gratuitamente senza filtri nè “ingressi” in una sorta di viva bidimensionalità . Oltre ad essere produttori e distributori della photozine _VU che affronta le tematiche della fotografia contemporanea in una Viterbo non metropoli che accoglie sans merçi influenze eterogenee, con l’intento metamorfico di sovvertire il culto delle grandi città .
Lucrezia Testa Iannilli – fotografa e art director, viaggia e lavora nell’arte contemporanea utilizzando strumenti di indagine performativi e collettivi. Da diversi anni mette in atto una serie di cicli performativi in spazi decontestualizzanti, utilizzando come strumento di visione e ricerca il corpo umano e quello animale, soprattutto cavalli, leit-motiv di molte opere: Animalia – MIART Milano Galleria FPAC 2016, Game of Vanth parco Archeologico di Vulci e Selinunte 2015-17, Personne et Moi Galerie Hus Parigi 2017, Game of Vanth #IV – LUISS Roma 2018, Gaslighting – Museo MACRO Roma 2019, Dance Like Theres Nobody Watching Viterbo Open House project 2019, S-confort Zone + New Humans – Pure Art Circle Alpe di Siusi 2019/2021.
Nel 2021 vince due bandi nazionali che la portano ad esporre a Torino per il progetto e fiera Flashback Opera Viva, e a Bari per il Festival Futuro Arcaico, mentre la rinomata agenzia di fotografia contemporanea PERIMETRO con sede a Milano ha recentemente pubblicato uno dei suoi reportage fotografici e ha vinto la selezione in mostra all’edizione 2021 del Italian Festival da BASE a Milano. La giornalista e photo editor Irene Alison ha recentemente pubblicato un testo/intervista relativo al suo lavoro con i nuovi umani e la meta-mitologia con la serie Animalia e i Surreal Portraits, con gli stessi fa parte del collettivo internazionale di STUDIO RIZOMA per la ricerca artistica e politica con sede a Palermo. Nel 2022 inizia a lavorare al progetto/catalogo fotografico “New Gods”, la successiva azione fotografica di ritratti “metafisici” a seguito della serie New Humans, realizzata da Diorama Gallery di Giano del Bufalo e Niccolò Mottinelli a Roma.
ÉGREEN supports
VU_artist-run space // VU_ photozine
President Carlo Puglisi Alibrandi | Art Director – Lucrezia Testa Iannilli
Via Roma, 8 – Viterbo