Nell’anfiteatro del Parco Miralfiore, il più grande e bello di Pesaro, ieri sera il giornalista piemontese Aldo Cazzullo ha condotto il pubblico alla scoperta di Dante, ‘il poeta che inventò l’Italia’, come scrive nel libro pubblicato nel 2020 da Mondadori, che porta lo stesso titolo.
Lo spettacolo è un racconto teatrale -scritto dal protagonista, prodotto da Corvino Produzioni e diretto da Angelo Generali -su quello che è stato definito ‘il più grande poeta della storia dell’umanità’ (Firenze, 1265- Ravenna 1321) e sulla sua opera più famosa, la Divina Commedia, composta, secondo i critici tra il 1304/07 e il 1321, gli anni del suo esilio in Lunigiana e Romagna.
Universalmente ritenuta una delle più grandi opere della letteratura di tutti i tempi, è altresì una delle più importanti testimonianze della civiltà medievale, tanto da essere conosciuta e studiata in tutto il mondo.
‘Dante è il poeta che inventò l’Italia. Non ci ha dato soltanto una lingua, ci ha dato soprattutto un’idea di noi stessi e del nostro Paese, una terra unita dalla cultura e dalla bellezza, destinata a un ruolo universale perché raccoglie l’eredità dell’Impero Romano e del mondo classico ed è la culla della cristianità e dell’Umanesimo’.
Ed ancora: ‘L’Italia non nasce da una guerra o da accordi diplomatici: nasce dai versi di Dante’ che é altresì il poeta delle donne– commenta Cazzullo.
‘È solo grazie alla donna – scrive –se la specie umana supera qualsiasi cosa contenuta nel cerchio della luna, vale a dire sulla Terra. La donna è il capolavoro di Dio, la meraviglia del creato, per cui Beatrice -la donna amata- per Dante è la meraviglia delle meraviglie. Sarà lei a condurlo alla salvezza. Il Poeta ha parole straordinarie anche per le donne infelicemente innamorate e per le vite spente dalla violenza degli uomini, come quella di Francesca da Rimini.
Nel viaggio di Dante nell’Inferno (il primo dei tre regni dell’Oltretomba cristiano visitato con la guida di Virgilio e descritto come un’immensa voragine a forma di cono rovesciato, che si spalanca nelle viscere della terra sotto la città di Gerusalemme nell’emisfero settentrionale della Terra) Cazzullo sceglie – in questo che è anche un percorso tra le innumerevoli bellezze d’Italia – gli incontri ed i personaggi più noti, con frequenti incursioni nella storia e nell’attualità. Com’é noto, il Poeta è severo con i compatrioti, denuncia i politici corrotti, i Papi simoniaci, i banchieri ladri, gli usurai e tutti coloro che antepongono l’interesse privato a quello pubblico. Nello stesso tempo esalta la nostra umanità e la nostra capacità di resistere e rinascere dopo le sventure, le guerre, le epidemie.
Ad accompagnarlo in scena nel suo racconto corredato da musiche e immagini, c’è un lettore d’eccezione che riporta la lingua di Dante e la musicalità dei suoi versi: il fiorentino Piero Pelù, co-fondatore del gruppo rock Litfiba.
‘Siamo una strana coppia: sul palco lui è la parte super razionale mentre io ho quella più artistica e interpretativa… Ho un po’ subito Dante nel periodo scolastico: non tutti i professori erano capaci di trasmetterti l’amore per questo capolavoro e fartelo entrare dentro. E’ una lettura ostica indubbiamente, a parte alcune terzine mitiche’ -ha detto Pelù alla stampa.
La sfida deve essere indubbiamente grande per lui:
‘E’ grandissima, pazzesca e la sto interpretando in maniera molto musicale: farò una lettura melodica e ritmica di Dante. Mi si stanno aprendo porte meravigliose e mi rendo conto che proprio le terzine e gli endecasillabi stanno diventando dei veri e propri spartiti musicali: sto annotando spazi e durate delle sillabe, le pause, le legature, come in uno spartito musicale.’
A chi si sta chiedendo se sarà una lettura rock, Pelù risponde sicuro:
‘Sarà molto rock e psichedelica, perché Dante è tutte queste cose, una tavolozza di sfumature. Rock vuol dire avere in sè tantissime anime: il rock non è solamente uno. Da quando professavo il rock in italiano fino ai Maneskin di oggi ci sono in mezzo 40 anni di musica rock che è stata declinata con infinite sfumature. E’ un linguaggio estremamente variegato e non monolitico, e guai se non lo fosse. Dante è infinito nel suo non essere monolitico’.
Com’é noto, il monumento a Dante Alighieri è collocato in Piazza Santa Croce, una delle principali piazze del centro storico di Firenze, dominata dall’omonima Basilica.
E da lì è iniziato il 7 giugno scorso il tour teatrale procedendo poi ..presso
-il Teatro Sociale di Trento (10/6)
– il Castello di Romeo di Montecchio Maggiore in provincia di Vicenza (17/6)
– il Castello Visconteo di Pavia (18/6)
-la Piazza Vescovado a Caorle di Venezia(23/6)
-l’Arena dello Stadio dei Pini a Cervia (24/6)
-il PalaAlbaCapitale di Alba (26/6)
-il Palazzo Farnese a Caprarola di Viterbo (29/6)
-il Teatro Romano di Nora Pula (Cagliari) nell’ambito del Festival ‘La notte dei poeti’ (1/7)
-la Piazza Landino a Pratovecchio di Arezzo (2/7)
-l’Anfiteatro Romano di Urbisaglia (Macerata) (3/7) per arrivare allo spettacolo finale svoltosi ieri sera all’Anfiteatro del Parco Miralfiore a Pesaro.
Lo spettacolo è promosso da AMAT-Platea delle Marche, nell’ambito della sezione ‘TAU-Teatri Antichi Uniti’, circuito multidisciplinare di teatro, musica, danza e circo contemporaneo delle Marche, cui partecipano MiC ed i Comuni di Ancona, Ascoli Piceno, Caldarola, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Fabriano, Falerone, Fano, Fermo, Macerata, Matelica, Monte Rinaldo, Osimo, Pesaro, Porto San Giorgio, San Severino Marche, Sirolo, Urbisaglia. E’ un prezioso luogo di incontro tra le ricchezze archeologiche della regione ed i contenuti di spettacolo che da 23 anni è un fiore all’occhiello della scena nazionale.