Gli studiosi hanno scoperto che il 25 marzo ha avuto inizio il viaggio nell’aldilà di Dante per il compimento della suprema opera: la “Divina Commedia”, nel 700esimo anniversario della morte.
Francesco Guadagnuolo, pittore scultore lo celebra in tempo di Coronavirus. L’artista opera tra Roma, Parigi, New York, cultore e appassionato della letteratura Dantesca, presenta l’opera dal titolo: “La Porta dell’Inferno in tempo di Coronavirus”.
Il quadro rappresenta una barca che sta oltrepassando la Porta dell’Inferno, vicina ad un’isola che sembra deserta, la quale emerge dal mare. Le onde si muovono con levità e la barca in viaggio è l’allegoria del percorso al di fuori della vita terrena. Sull’isola campeggiano i cipressi, ci sono mura di pietre scoscese che fanno pensare che nulla è abitato, quindi il tutto diventa simbolo di trapasso dalla vita. Nel coinvolgimento di Dante, in questo viaggio, sembra manifestarsi la potenza poetica dell’opera di Guadagnuolo che lo rende attuale, questa sua eredità viene da una vitalità che ha radici nel suo passato artistico-culturale.
L’opera pittorica di Guadagnuolo descrive Dante. che sta per addentrarsi nell’Inferno, territorio di sofferenza e di disperazione. In questo viaggio Dante può accedere nei sotterranei nascosti, in luoghi più reconditi, segregati dal mondo, ritrovando la consapevolezza della vita e della morte. Dante in tale posto oscuro malagevole, incerto e disperato sfida il male, il demonio e l’oltrepassa, per poi finalmente emergere da codesto cunicolo e vincere, arrivando così a rivedere le aspirate stelle.
Questa è proprio l’equivalente condizione infernale che stiamo vivendo, con i nostri morti, con le nostre sofferenze, i nostri affanni e inquietudini.
Anche noi dovremo venire fuori da tale cunicolo, vincere la pandemia, e rivedere anche noi le aspirate stelle per riprenderci ciò a cui più teniamo: la VITA.