Servono assunzioni immediate nella Polizia Penitenziaria. Lo si intuisce dalla voce dei candidati che hanno partecipato alle selezioni del concorso per l’arruolamento di 754 allievi agenti e dalla situazione di emergenza manifestatasi anche negli istituti penitenziari italiani.
“Continueremo a portare avanti il nostro impegno al fine di sensibilizzare la politica sulle tristi vicende che si susseguono all’interno delle carceri. Servono assunzioni immediate e noi, candidati del concorso 2019, chiediamo lo scorrimento della graduatoria degli idonei ai quiz”. E’ quanto richiesto dai giovani ragazzi che hanno partecipato al concorso indetto nel febbraio 2019 e che, nonostante abbiano riportato dei punteggi elevati, sono rimasti esclusi dalle prove psico-fisiche e attitudinali. Stando al comunicato redatto dal comitato spontaneo degli idonei ai quiz, infatti, gli istituti penitenziari italiani starebbero attraversando un periodo buio senza precedenti: le continue aggressioni, le rivolte, le evasioni e la cronica carenza degli organici metterebbero spesso a repentaglio l’incolumità di tutti coloro che operano all’interno degli istituti di pena.
La richiesta dei candidati si basa anche sull’attuale impossibilità di svolgere nuovi concorsi a causa della pandemia che si è abbattuta anche in Italia e che non permetterebbe gli assembramenti. Per questo motivo, appare ormai necessario procedere con lo scorrimento della graduatoria degli idonei alle prove preselettive in modo tale da sottoporre ulteriori giovani alle prove preselettive e reperire il personale in tempi rapidi e senza ulteriore spreco di soldi che andrebbe a gravare sulle casse statali. “Confidiamo in un contatto politico coinvolgendo anche i membri del nuovo governo e chiediamo la collaborazione di tutte le O.O.S.S. di Polizia Penitenziaria”, spiegano ancora i ragazzi.
La carenza degli organici è uno dei punti cardini che andrebbe affrontato e in tempi brevi anche al fine di scongiurare gli episodi di violenza che si verificano frequentemente nelle carceri. L’ultimo risale alla giornata di ieri, 17 febbraio, e si è verificato nel carcere di Vigevano, dove un detenuto si è scagliato contro un agente di Polizia Penitenziaria in servizio nella sezione lanciandogli una bottiglia d’acqua sul collo. L’operatore è dovuto ricorrere alle cure dei sanitari e la sua prognosi è di 15 giorni. Solo alcuni giorni prima, nello stesso carcere, quattro agenti della sezione femminile sono state aggredite da una detenuta riportando una prognosi dai sei agli otto giorni. Dure le parole delle organizzazioni sindacali che in una nota congiunta affermano: “Esprimiamo solidarietà ai colleghi ma i soggetti con problematiche sono in costante aumento e le misure di contenimento non sono adeguate”.