“La maggior parte delle persone ha rinunciato a indagare le proprie aspirazioni: perchĂ© ciascuno confonde i propri desideri, con quelli condivisi e, quindi, indotti dal sistema: si perde così ogni interesse per l’eccellenza, che, almeno nel senso tradizionale del termine, è spesso, in qualche modo, addirittura disprezzata, a favore di meccanismi di omologazione, atti a essere condivisi da una vasta platea”. Accende i riflettori sui pericoli della Mediocrazia Alessandro Arrighi con il suo ultimo libro L’antidoto all’economia della mediocrazia. Manuale per l’eccellenza di impresa (Male Edizioni di Monica Macchioni, novembre 2020), che individua nell’approfondimento della conoscenza e nel metodo di ricerca delle cause ultime l’unico vero antidoto all’attuale sistema mediocratico che svilisce tutto ciò che è piĂą profondo, inconsueto, e, quindi, in qualche modo, eccezionale.
In un’epoca di crisi intellettuale, prima che economica, in cui molti lamentano il decadimento dei valori, occorre domandarsi da dove nasca il cambiamento dei paradigmi e indagare quali siano i driver di valore, sui quali è possibile agire per valutare le nuove opportunità di business, create proprio dal cambiamento. Ma quali sono i reali rischi di degenerazione del sistema? E quali sono le reali possibilità che un imprenditore capace o un politico senza scrupoli possono, oggi, cogliere?
L’antidoto all’economia della mediocrazia propone una chiave di lettura utile a dare delle indicazioni, non solo agli studiosi, ma anche agli imprenditori e ai governanti, orfani di una scienza economica politica, che non è piĂą in grado di offrire risposte adeguate e che, di conseguenza, viene inconsapevolmente boicottata dalla comunitĂ dei mediocri e sostituita dalle facili ricette di persone totalmente avulse da qualsiasi conoscenza aziendalistica. Il libro di Arrighi spiega soprattutto come è cambiato il ruolo della comunicazione, in una societĂ in cui tutte le persone sono costantemente interconnesse tra di loro, e quali sono le leve a disposizione di un imprenditore o di un politico, che vogliano generare consenso, nel primo caso, intorno al proprio prodotto o, piĂą genericamente, intorno alla propria formula imprenditoriale e, nel secondo caso, verso il proprio partito e la propria proposta politica. Una comunitĂ accademica in crisi, che ha la necessitĂ di incontrare l’apprezzamento del mercato: l’economia politica non appare piĂą in grado di spiegare i mutamenti in atto, perchĂ©, in un’economia liquida, gli aggregati non sono piĂą quelli tradizionali. L’imprenditore deve essere capace di cogliere questa condizione ambientale come una grande opportunitĂ .
In questo senso, L’antidoto all’economia della mediocrazia diventa un prezioso manuale per la produzione del reddito e la propagazione del valore economico, tanto in termini di rapporti con il mercato, tanto in relazione al ben piĂą difficile tema del rapporto con gli azionisti e le parti interessate.
ALESSANDRO ARRIGHI è economista d’azienda ed epistemologo; dopo avere vinto il concorso nazionale come professore associato di economia aziendale, ha rifiutato l’attribuzione di un incarico stabile in Università , rinunciando a qualsiasi tipo di omologazione della propria ricerca alle necessità del mercato e dedicandosi quasi esclusivamente alla professione. Ha partecipato e guidato il risanamento, o la chiusura di importanti gruppi industriali, osservando, dall’interno, il deterioramento del sistema economico e politico, che ha determinato la più lunga crisi strutturale del sistema italiano, dalla Prima Guerra mondiale a oggi.