I servizi private banking offerti da Banca Generali si rivolgono sempre di più alle famiglie, con particolare attenzione alla customizzazione dei servizi. Ne parla su “FONDI&SICAV” Marco Bernardi, Vice Direttore Generale dell’Istituto.
In che modo Banca Generali ha “democratizzato” il private banking
Un settore in continua evoluzione, quello del private banking, protagonista di un rilancio trainato soprattutto dall’integrazione del digitale. Servizi di qualità, sempre più personalizzabili, rivolti tradizionalmente a clienti dotati di patrimoni ingenti. Un limite che Banca Generali intende tuttavia superare. A parlarne è Marco Bernardi, Vice Direttore Generale, in un’intervista pubblicata sull’ultimo numero di “FONDI&SICAV“. Il modello portato avanti dall’Istituto ha infatti preso negli ultimi anni una direzione diversa. Bernardi parla infatti di “democratizzazione” dei servizi private: “Oggi la condizione primaria per diventare nostro cliente non è tanto legata a una determinata soglia di ingresso, che il private banking pone storicamente a 500 mila euro di liquidità, bensì alla necessità da parte di un risparmiatore di servizi di consulenza patrimoniale a 360 gradi”.
Marco Bernardi (Banca Generali): “Consulenti il vero punto di forza dei nostri servizi private banking”
L’ampia gamma di prodotti e servizi e la customizzazione non sono gli unici vantaggi del private banking. Per Banca Generali uno dei principali punti di forza resta il rapporto di estrema fiducia che viene a crearsi con i consulenti, professionisti esperti in grado di rispondere efficacemente e rapidamente alle esigenze dei clienti, che oggi vanno dai servizi per l’impresa fino all’ottimizzazione fiscale e l’art advisory. Linee guida valide anche quando si parla di wealth management: “Il nostro approccio è stato il medesimo di quello che abbiamo avuto col private banking – ha spiegato il Vice Direttore di Banca Generali – cioè ampliare il più possibile la sfera di interlocutori tra famiglie e risparmiatori. Per farlo, abbiamo dato vita a un vero e proprio hub di digital wealth management in grado di accogliere al proprio interno modelli d’offerta complementari col nostro”. Più che evidenti, conclude Bernardi, sono i vantaggi di avere il private banker come unico interlocutore per la gestione patrimoniale, tra cui l’accesso immediato a servizi di protezione degli investimenti, pianificazione successoria e fiscalità.