All’udienza del Processo “Marina Bis” che si è svolto ieri nell’aula bunker della Corte di Appello di Venezia (III Sezione Penale), con l’aggiunta di altre note integrative, è stato ribadito l’esisto della super perizia della Corte, richiesta e voluta anche dall’avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e difensore di parte civile, affonda la Marina Militare. “L’eventuale sussistenza di un rapporto causale tra l’esposizione patita da ogni singolo lavoratore e la contrazione della relativa malattia è stata valutata sulla base di tutta la documentazione disponibile, sia di natura sanitaria, sia relativa alle occasioni di esposizione ad amianto. Per quest’ultimo aspetto, dal contributo della perizia di carattere ambientale si evince che vi è stata una incontrollata esposizione per un lungo periodo a fibre di amianto soprattutto a bordo delle unità navali anche in epoche recenti” – rilevano in un passaggio i periti, dott. Dario Consonni, epidemiologo e medico del lavoro, del Prof. Bruno Murer, anatomopatologo, coadiuvati dall’Ing. Laureni.
Risultano confermate le tesi di Bonanni e dell’ONA che identificano nell’operato degli ammiragli gli antecedenti causali della morte di almeno 3000 dipendenti del Ministero della Difesa – Marina Militare per esposizione alla fibra killer.
A poco è servito che il Legislatore corresse ai ripari disponendo che queste vittime dovessero trovare il giusto riconoscimento dei loro diritti (art. 20 Legge 183/2010), poiché, da una parte i ritardi della bonifica, e dall’altro i continui rigetti delle richieste di risarcimento, perpetuano il rischio e l’ingiustizia. È forte, quindi, la denuncia delle vittime, dei loro familiari e degli stessi commilitoni che chiedono giustizia.
Nel corso dell’udienza, terminata nella tarda serata con un rinvio al 9 febbraio 2022 per discussione delle parti e sentenza finale, l’Avv. Maria Luisa Grecco ha sottolineato il paradosso dei consulenti degli imputati della Marina Militare che incredibilmente ancora continuavano a negare la lesività delle fibre di amianto ed il nesso causale.
“Non comprendo come la Marina Militare della Repubblica italiana, che ha segnato momenti di gloria, eroismo e patriottismo, con il sacrificio di migliaia di vite umane per l’onore della bandiera tricolore, possa ora fuggire in modo vigliacco dalle responsabilità per le morti di amianto. Questi militari uccisi dalla fibra killer hanno diritto di avere giustizia” – dichiara Bonanni che lancia un appello: “mi permetto di richiamare il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare a riconoscere gli onori militari per coloro che sono stati uccisi dall’amianto”.
I numeri dei nostri militari vittime della pace: quella delle morti di amianto è una vera e propria emergenza ancora attuale per la Marina. Solo tra coloro che hanno esposto denuncia presso la Procura della Repubblica di Padova, sono stati registrati 1101 casi fino al 2015, tra i quali 570 mesoteliomi, cui si sono aggiunti altri casi al 2021.
Per questi motivi, oltre al riconoscimento dei diritti delle vittime e dei superstiti, l’ONA chiede che queste vittime abbiano gli onori militari, essendo deceduti nelle unità della nostra flotta impiegata per la tutela della Nazione. L’associazione continua a svolgere la sua attività in assistenza delle vittime e dei superstiti. È operativo h24 il numero verde 800034294 e lo sportello telematico raggiungibile al seguente link: https://onanotiziarioamianto.it/vittime-del-dovere-tutela-legale/.