Dalle tecnologie per produrre energia marina a quelle per sintetizzare i biofuel fino alle nuove frontiere della fusione magnetica. Alla Maker Faire Rome 2022 – l’evento promosso e organizzato dalla Camera di Commercio di Roma – Eni ha presentato le ultime innovazioni tecnologiche messe in campo per sostenere la cosiddetta Just Transition, la transizione energetica “giusta”.
Un appuntamento divenuto ormai tradizione per il colosso italiano che, oltre a vestire i panni di main sponsor, ha messo ancora una volta a disposizione della Fiera i propri spazi di Roma Ostiense, nell’area dell’ex Gazometro. Aprendo così le porte di un luogo simbolo del progresso energetico ad una tre giorni pubblica tutta all’insegna del futuro e fortemente intrecciata con l’impegno di Eni.
Per l’azienda infatti l’innovazione tecnologica rappresenta la chiave di volta per far fronte a una delle sfide più importanti della contemporaneità: garantire ad una popolazione mondiale in continua crescita un accesso all’energia equo, sostenibile e affidabile, accelerando allo stesso tempo il percorso di decarbonizzazione.
Ecco perché Eni ha preso parte alla Maker Faire Rome 2022 con due spazi interattivi aperti al pubblico, entrambi legati alla sua visione di innovazione al servizio della sostenibilità.
In mostra all’interno della prima area espositiva, i progetti e le soluzioni più interessanti che il colosso energetico sta sviluppando in ambito cleantech. Si va dall’Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC), il sistema per la conversione dell’energia delle onde marine in elettricità sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Torino e con lo spin-off universitario Wave for Energy, alle tecnologie di CCUS (cattura, utilizzo e stoccaggio della CO2) messe a punto nei suoi centri di ricerca o frutto di collaborazioni internazionali. Spazio anche ai nuovi progetti dedicati ai biocarburanti avanzati e al ruolo dell’economia circolare nella decarbonizzazione dei trasporti.
La tecnologia della fusione a confinamento magnetico ha costituito, invece, il secondo grande focus dell’evento. Per lo spazio interattivo, Eni ha scelto un’originale installazione realizzata in collaborazione con CRA – Carlo Ratti Associati e Italo Rota. La struttura ricordava, in chiave concettuale, un prototipo di “Tokamak”, ossia la camera toroidale magnetica all’interno della quale è possibile dare vita a processi di fusione termonucleare controllata.
L’area espositiva ha fornito un’accurata spiegazione sul funzionamento della tecnologia, quali sono gli attuali progressi e quali i progetti in cui Eni è coinvolta. La società è, infatti, impegnata da tempo su diversi filoni di innovazione legati alla fusione, dalla collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology nel programma LIFT (Laboratory for Innovation in Fusion Technology) a quelle strette in Italia con centri di ricerca e atenei per accrescere il know how sul tema. Non solo. È azionista di Commonwealth Fusion Systems (CFS), lo spin-off del MIT impegnato a realizzare i primi magneti superconduttori ad alta temperatura per il confinamento del plasma. E partecipa al celebre progetto DTT (Divertor Tokamak Test facility) con ENEA e alcune università e centri di ricerca italiani, per l’ingegnerizzazione e la costruzione di una macchina sperimentale finalizzata a fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcuni aspetti del processo.
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