Esattamente un anno fa (era il gennaio del 2021), sulle cronache sportive di tutto il mondo si cominciava a parlare dell’ipotesi concreta della creazione di una Superlega europea, ovvero un campionato delle big del calcio del vecchio continente in stile Euroleague di basket. Di lì a poche settimane sarebbe arrivato l’annuncio della nascita della nuova competizione e, in meno di 48 ore, il naufragio quasi tragicomico del progetto del super campionato dopo le pressioni fatte ai club fondatori (tra cui Milan, Inter e Juventus per la Serie A) da parte di UEFA e di alcuni governi nazionali (tra cui Francia, Italia, Regno Unito e Commissione Europea).
Nell’anno degli Europei di calcio, a supportare l’idea di una Superlega si erano mossi in maniera più concreta i numeri uno di Real Madrid e Juventus, rispettivamente Florentino Pérez e Andrea Agnelli (per i quali il progetto resta ancora in piedi nonostante la falsa partenza), coadiuvati dalla banca americana JP Morgan che avrebbe contribuito alla nascita del super torneo immettendo nelle casse della nuova lega più di 5 miliardi di euro.
Il nuovo campionato, a detta dei club fondatori, sarebbe dovuto nascere per “salvare il calcio” dal momento di grave crisi economica innescato dalla pandemia, dando ai tifosi più partite di alto livello da vedere. In soldoni, la Superlega doveva essere una sorta di NBA del calcio, un campionato sempre più proiettato al futuro e alle nuove tecnologie, dove si affrontano un numero ben preciso di franchigie finanziate a suon di centinaia di milioni di dollari dall’intero sistema che si sarebbe creato intorno e dove tutte le squadre sarebbero partite dallo stesso livello (economico). A vincere ogni volta, insomma, sarebbe stata la meritocrazia, ovvero la squadra che meglio avrebbe performato a livello tecnico e di gestione manageriale della stessa.
In questa direzione, possiamo prendere ad esempio quanto accaduto oltreoceano nel recente passato. Dopo aver dominato le stagioni dal 2014 al 2019 (con cinque NBA Finals conquistate e tre anelli vinti), la squadra dei Golden State Warriors è piombata nei bassifondi del ranking della lega nordamericana negli ultimi due anni, salvo ripartire quest’anno, secondo gli analisti delle scommesse NBA é vista come una delle grandi favorite per il titolo di campione. Questo perché, grazie al sistema di compensazione sia tecnica che economica (ovvero il Draft e il Salary Cap) che hanno le varie formazioni partecipanti al campionato di basket americano, ognuna delle trenta partecipanti al torneo avrà prima o poi le stesse possibilità di vittoria del titolo a fine anno delle altre.
Anche se il modello nordamericano non sarebbe stato applicabile del tutto all’idea Superlega, il progetto di un campionato parallelo alla Champions League (che resta la competizione continentale più prestigiosa, ricca e seguita) in qualche maniera ha contribuito a riaccendere il dibattito sulla tenuta del sistema calcio in Europa.
Cos’era la Superlega
La Superlega sarebbe dovuta partire dalla stagione 2022/23 e, pian piano, avrebbe dovuto sostituire ed inglobare l’attuale format della Champions League. Promotrici di questo progetto sono state le migliori squadre d’Europa e l’ECA. Nella sua composizione iniziale, il nuovo campionato avrebbe previsto la partecipazione di 15 club (o club fondatori, tra cui le italiane Juventus, Inter e Milan) e 5 wild card, ovvero di ulteriori 5 squadre che di anno in anno sarebbero state invitate a partecipare alla Superlega (proprio come accade per l’Euroleague di pallacanestro).