– Com’è iniziato il tuo percorso musicale?
Avevo 4 anni e pigiavo i tasti della fisarmonica del mio papà, poi ho chiesto un pianoforte ed è stato amore al primo accordo.
La musica è la mia vita, la creo la suono la canto e la passo in radio, è tutto per me.
– C’è stato un momento preciso nella tua vita in cui hai capito che avresti dovuto fare musica?
Quando non riuscivo più a stare senza lei e cercavo il pianoforte, che poi è diventato il mio amico preferito
– In cosa, i tuoi brani finora usciti, sono collegati?
Le mie canzoni raccontano il quotidiano, parlano dei sogni realizzati, degli scontri generazionali e dei sentimenti nascosti, della libertà conquistata ma solo apparentemente e l’indifferenza verso i nostri fratelli. Sono legato al sociale, ho vinto il premio Special Award Sociale nell’ambito della festa del Cinema di Roma con il videoclip “Anima a Brandelli” sul tema del bullismo e con la canzone “Io resto a casa” pubblicata nel periodo della pandemia, ho devoluto l’intero ricavato al Policlinico Umberto I di Roma. Amo usare la musica come veicolo, per trasmettere i valori della vita.
– Come riesci a conciliare la figura di artista con quella di colui che si relaziona con gli artisti?
Ci riesco, per fortuna sono sinergici tra loro da non pesare a fine giornata. Sono fortunato faccio un lavoro con sottofondo la musica, che desiderare di più?
– Che programmi hai per i prossimi mesi?
Sono in studio con la band si prova e si ripassano le ultime cose. Speriamo di riprendere e terminare anche il tour precedente bloccato dal covid. Sarà l’occasione per aggiungere nuovo materiale.