La pandemia che si è impadronita del mondo nel 2020 è stata accompagnata da un flusso continuo di dati, dal numero di positivi ai tamponi, dai nuovi ricoveri ai decessi. Mai come oggi, aldilà della pandemia, sperimentiamo la forza dei numeri e delle loro variazioni nell’indirizzare decisioni. E abbiamo anche visto come, tutte le volte che c’è una forza, c’è la giusta misura e ci può esserne l’abuso.
Su iniziativa della Fondazione Corriere della sera e della Fondazione Pesenti, dell’importanza del “dato” nella società contemporanea, martedì 30 novembre alle 18, in diretta streaming su www.corriere.it rifletteranno i professori dell’Università degli studi di Bergamo Matteo Kalchschmidt e Stefano Paleari in dialogo con Danilo Taino presentando il libro Un dato di fatto. Uso e abuso del dato. Un viaggio tra realtà, rappresentazione ed emozione scritto a più mani anche con il professor Lucio Cassia e pubblicato da Brioschi Editore.
“Questo libro anticipano gli autori riflette sul dato, che non è solo numero, sulla sua necessità e la sua delicatezza: gli andamenti demografici e migratori, le questioni ambientali, le scelte politiche (da quota 100 alla riforma fiscale) richiedono, per essere lette e vissute senza derive semplicistiche, una buona dimestichezza con il mare di dati disponibili. E una capacità interpretativa. In una realtà sempre più condizionata dagli algoritmi, dai modelli numerici e dall’intelligenza artificiale, la “cultura del dato” non può mancare nella formazione di chi è chiamato a decidere. Ma è soprattutto parte del bagaglio di competenze di ogni cittadino che vuole vivere con consapevolezza e spirito critico il mondo che verrà. La “cultura del dato” come nuova forma di alfabetizzazione, capace di promuove una nuova tensione educativa”.