Tra i molti ospiti attesi a Bardolino dal 16 al 20 giugno per la prima edizione di Bardolino Film Festival, ci saranno Antonio Pisu e Lodo Guenzi, che dialogheranno con il direttore del festival, Franco Dassisti, e con il pubblico in occasione della proiezione di Est – Dittatura last minute. La serata si svolgerĂ nell’arena all’aperto allestita presso il Lido Mirabello di Bardolino.
Nei panni del protagonista del road movie che ha aperto le Notti Veneziane alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia, Lodo Guenzi si è distinto per la sua naturale capacità attoriale. Ha espresso grande sensibilità e profonda intelligenza umana, cogliendo tutte le diverse sfumature necessarie all’evoluzione del personaggio. Il Bardolino Film Festival non poteva che riconoscere quella che di fatto è stata una delle più belle sorprese nel cinema italiano dell’ultimo periodo e conferirà a Lodo Guenzi il Premio “Scintilla” per il Miglior Esordio.
Il programma del festival comprende inoltre una proiezione pomeridiana di La Piazza della mia città – Bologna e Lo Stato Sociale, il film diretto da Paolo Santamaria che racconta il mitico concerto de Lo Stato Sociale in Piazza Maggiore a Bologna nel 2018 e che oggi sembra quasi un sogno, con migliaia di persone che si abbracciano e urlano e cantano e ballano, senza paura. Le proiezioni diurne si terranno al cinema Corallo di Bardolino, rinnovato per l’occasione dall’Amministrazione Comunale.
A proposito del tema centrale del festival, che ha scelto il motto Re-Start, per raccontare la ripartenza dopo un periodo difficile, Lodo Guenzi dichiara: “Quando sono entrato in Accademia il primo giorno il mio direttore ci mise tutti in fila e ci disse: «Ricordatevi questo momento, perchĂ© in questo momento voi non sapete che cosa succederà » e non sono poi tanti i momenti in cui veramente non sai cosa succederĂ . Questo è uno di quelli e abbiamo lo spazio per creare un mondo che ci piace con le nostre regole – e anche questo non capita spesso – quindi ripartire è un’occasione. Ripartire è un’occasione per non tornare a fare le cose come prima, in particolare a teatro, in particolare al cinema, in particolare in quei luoghi dove il lavoro non è stato fino in fondo rispettato e dove le dinamiche creano degli imbuti in cui è molto difficile per le persone giovani crescere e realizzarsi”.