Com’é noto, la pandemia esplosa all’inizio dell’anno scorso ha falcidiato le celebrazioni organizzate per i 250 anni dalla nascita del grande Ludwig van Beethoven (Bonn, 16 dicembre 1770 – Vienna, 26 marzo 1827).
La WunderKammer Orchestra (WKO) a fine ottobre aveva presentato la propria stagione concertistica al Teatro Rossini di Pesaro ma due giorni dopo è sopraggiunto il DPCM che ha chiuso i teatri per sei lunghi mesi. Tra i sei appuntamenti previsti ve ne erano due dedicati all’anniversario di Beethoven ed uno aveva come protagonista il pianista Marco Vergini.
Estrema sintesi di quel cartellone è l’appuntamento del 14 maggio prossimo ‘Beethoven en blanc et noir’ che vedrà in scena il musicista pesarese, ‘dalla solida pratica interpretativa unita ad una considerevole padronanza tecnica’ eseguire due pagine fondamentali della produzione beethoveniana: la Sonata per pianoforte n. 30 in Mi maggiore Op. 109 e la Sinfonia n. 7 in La maggiore Op. 92, trascrizione per pianoforte di Franz Liszt.
La Sonata, composta tra il 1819 e il 1820, è dedicata a Maximiliane, figlia di Franz Brentano, amico e benefattore. Possiede i connotati di quello che fu definito ‘terzo stile di Beethoven’, alla ricerca di un nuovo ordine formale ed all’insegna di una totale libertà espressiva, straordinariamente rivoluzionari per l’epoca.
‘La più eccellente’, la considerava Ludwig ma fu a lungo incompresa: solo alle porte del XX secolo si è stati in grado di apprezzarla compiutamente.
‘Un vero capolavoro’, la definì Wagner.
Nella Sinfonia n. 7, composta tra il 1811 e il 1812, è il ritmo l’elemento generatore, per la prima volta utilizzato nella struttura di una composizione. La Settima non è manifestazione di un dramma come la Quinta e non ha un assunto idillico come la Sesta: il dramma è nella premessa e in tutta la composizione aleggia una grande gioia espressa con un linguaggio drammatico che palesa il contrasto tra luce e ombra, proprio della vita interiore dell’uomo. Nella sua trascrizione Liszt -virtuoso del pianoforte ed uno dei più grandi pianisti dell’Ottocento – restituisce l’universo sonoro della grande orchestra sinfonica sfruttando al meglio le caratteristiche espressive, timbriche e armoniche dello strumento.
Questo appuntamento sarà realizzato dal titanico musicista anche per esorcizzare una strana ricorrenza. Scrive scherzando il compositore Paolo Marzocchi, direttore artistico della WKO : ‘Se consideriamo che nel 1920, in occasione dei 150 anni dalla nascita, il mondo era flagellato dall’epidemia di spagnola, può forse sorgere il dubbio che Beethoven non ami particolarmente le celebrazioni! Ma tutto sommato crediamo che il povero Ludwig non c’entri molto con i problemi che ancora ci stanno mettendo a dura prova: e se proprio dobbiamo immaginarcelo burbero e poco incline agli anniversari, quale occasione migliore di celebrarlo con un concerto fuori tempo massimo, come un colpo di piatti in ritardo?’
Lo spettacolo è realizzato in collaborazione con Comune di Pesaro e Amat- Platea delle Marche, con il sostegno dell’Assessorato Beni e Attività Culturali della Regione Marche.
Un pianoforte per Beethoven - Agenzia Stampa - Musicisti Emergenti
Giugno 7, 2021 @ 11:41 pm
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