Affida ad un post Facebook le proprie riflessioni. Non fa cenno alla mail in cui ARTivistə di Arcigay Strambopoli QueerTown Taranto, Hermes Academy, Coordinamento Taranto Pride e nodo locale Non Una Di Meno chiedono a Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale di Pulsano un incontro e la costruzione di percorsi di formazione e autodeterminazione, oltre all’esposizione della bandiera rainbow in Municipio.
«Chi non mi conosce, giudica.
Chi pensa di sapere tutto di me, s’illude.
Questo è un mio vecchio post di qualche tempo fa e rispecchia quello che è la mia persona, privata (soprattutto) e pubblica.
Chi mi conosce sa che non sono mai stato omofobo, razzista, xenofobo, non sono mai stato a favore della violenza e tutto ciò che di male possa esistere al mondo. E lo sa la mia famiglia, lo insegno ai miei figli e lo sanno i miei amici.
Discriminare qualcuno non fa parte di me, del mio modus vivendi e del mio modus operandi. Sono Cristiano cattolico, credente e praticante e mi metto a tediare, talvolta, i miei amici di Facebook con i simboli e le parole della passione di Gesù Cristo e con le parole e l’immensità della Madre, con le parole di ascolto e di aiuto verso il prossimo.
Quello che è successo nelle ultime ore mi ha ferito molto e mi ha ucciso l’anima perché da in pasto al mondo un’immagine di me che non esiste e che non è mai esistita. Chi mi conosce sa che molto spesso mi piace ridere e scherzare sul mio profilo Facebook, per alleggerire le mie giornate che sono molto spesso dure, e alleggerire con un sorriso le giornate di chi mi segue (a chi dà fastidio quello che pubblico di solito scrolla verso sopra e passa avanti). È quello che è successo domenica dove sul mio profilo Facebook ho pubblicato un selfie e sulla mano sinistra ho scritto il tormentone (per chi segue i social) del momento “so Lillo”. È stato un gesto innocente, senza malizia, per sorridere, senza alcun riferimento politico e propagandistico, fatto mentre stavo organizzando l’intera settimana di lavoro, e dato dal fatto che nelle ultime ore vedevo gente (anche del partito al quale sono iscritto) scrivere ogni cosa, qualsiasi cosa, qualcuna anche clamorosa e senza senso.
Da lì si è messo in moto il meccanismo di chi non mi conosce, che giudica, a priori e secondo preconcetti. Siamo in un mondo libero e democratico dove ciascuno può pensare quello che vuole ma questa volta i loro pensieri sono errati e forse anche strumentali.
Non ho letto il DDL ZAN, non lo leggerò perché non tocca a me votarlo, non sono a favore e non sono nemmeno contro. Da quando sono diventato padre (o genitore che dir si voglia) ho scelto di essere neutrale rispetto a questo argomento: i miei figli sono i miei figli e vanno amati in quanto tali a prescindere da quello che il futuro mi riserverà e li riserverà. Disprezzo la violenza e sono del parere che una persona vada punita se usa violenza a prescindere del genere sessuale della persona offesa; ciò che forse bisogna sostenere con forza, per me, è la certezza della pena.
Sono iscritto ad un partito, ma le parole del leader di quel partito non sono per me come quelle del Corano per un musulmano: non è legge, se qualcosa non la condivido dico, anche pubblicamente, che è una sciocchezza. Per le comunicazioni politiche e amministrative ho una pagina Facebook con qualche iscritto che mi segue (pochini). Di solito le mie cose di politica le scrivo lì e solo lì da qualche tempo e non mi pare che sulla mia pagina ci siano tracce di omofobia o razzismo. Sul mio profilo c’è mare, Inter, Settimana Santa, i miei figli, la mia vita…
Chi crede di sapere tutto di me s’illude, perché forse in pochi sanno quanta discriminazione, quanto disprezzo, quanta derisione, quanto schernimento ho dovuto sopportare per anni e anni, anche da parte di insospettabili, nella comunità in cui vivo: mi sono state precluse amicizie, compagnie ed emozioni, nella fase più delicata per una persona che è quella dell’adolescenza. Sono stato isolato e deriso. Ho sofferto in silenzio, senza proferire parola, consapevole che la vita mi avrebbe dato altre possibilità e che la mia forza avrebbe cancellato un passato amaro. Non sono una vittima, non voglio fare la vittima e non voglio sembrare vittima ma per me la discriminazione è una, a prescindere che sia per motivi politici, economici, sociali, razziali o sessuali. Sono stato discriminato e per questo non lo auguro a nessuno.
Detto questo io non ho offeso e discriminato nessuno, ho la coscienza limpida, se qualcuno si è sentito offeso dal mio gesto sinceramente mi dispiace, ne sono davvero addolorato, ma non me la sento di essere descritto come un tiranno.
Chi mi conosce, sa.»
Egregio Assessore, noi non La conosciamo, così come Lei non conosce noi. Riteniamo che sia utile a tuttə leggere il disegno di legge Zan contro omolesbobitransfobia, misoginia e abilismo, per munirsi degli anticorpi utili a tantissime cose, prima fa tutte evitare polemiche come quelle che denuncia nel Suo post. Rinnoviamo l’invito a dialogare, confrontarci per costruire insieme percorsi di autoconsapevolezza e autodeterminazione.