Cincilla è un musicista veneziano, le esperienze degli ultimi anni e la vita fuori casa lo hanno fatto crescere tanto e ravvivato in lui la necessità di condividere la propria musica.
Oi!Oi! Rappresenta proprio l’incarnazione delle incertezze della vita di un artista, di una persona e allo stesso tempo il proprio grido di libertà.
Già dai primi versi introdotti dal suo piano, l’artista ci propone una panoramica ricca di immagini legate alla propria città di mare, dal gusto aspro, vagamente malinconico.
Paragonare l’elegante moto perpetuo delle onde alle nostre vite, costantemente in movimento e ferme al tempo stesso, crea una momentanea situazione di stallo per poi esplodere nel ritornello.
Il tutto coronato dalla successiva frase: ”poi voglio spaccare lo scoglio che mi infrangerà” con cui l’artista stesso rivendica la propria assoluta determinazione, quella che ognuno dovrebbe avere a prescindere dalla dimensione dello scoglio contro il quale ogni giorno dovrà infrangersi.
BIO
Pietro in arte Cincilla, classe ‘86 cresce ascoltando britpop, ed è particolarmente interessato alla scena di Manchester degli 80s anche se un grande riferimento per lui rimangono gli inossidabili Beatles.
Per anni ha suonato e composto, seduto al suo pianoforte senza sentire la necessità di pubblicare fino a quando nel 2019, grazie all’ aiuto di Paolo Davilla viene portato in studio per la realizzazione di quello che poi sarebbe stato il suo primo ep: Sogni in saldo.
Nella sue canzoni Cincilla ci fa sentire tutto quello che ha ascoltato negli anni e lo ripropone con chiari elementi che lo distinguono dai suoi predecessori.
Per poter interpretare nel modo più coerente e che più sente proprio questo mix di correnti ed influenze, aggiunge elementi tipici della più recente musica elettronica e chiaramente i propri testi in italiano, che riflettono la sua essenza influenzando e caratterizzano significativamente il proprio sound.
Cincilla è la voce della propria generazione, quella che si sente un pò nel mezzo, l’ansia di un futuro troppo offuscato da immaginare, i sorrisi di facciata per sopravvivere ma anche e soprattutto la voglia di urlare quello che si ha dentro e di non fermarsi davanti a niente.