L’ignoranza di alcuni Consigli Comunali italiani sulla questione del Nagorno Karabakh
Da quando è scoppiata la seconda guerra del Nagorno Karabakh, alcuni Consigli comunali italiani hanno approvato delle mozioni pro armena o pro azerbaigiana. Vale a dire che con queste mozioni alcuni Consigli comunali (Milano, Trento, Verona, Schio, Calabria, Palermo, Pisa, Forli’, Cesena ecc) hanno dimostrato di non avere nessuna conoscenza ne storica, ne giuridica sulla questione. I Consigli comunali menzionati hanno invocato le autorità italiane a riconoscere il regime fantoccio di Artsakh(Nagorno Karabakh) come una Repubblica indipendente, hanno condannato sia l’Azerbaigian che la Turchia di coinvolgere presumibilmente i jihadisti(che non è assolutamente vero) nel conflitto, hanno dimostrato la solidarietà con la comunità armena e il Comune di Trenta ha addirittura osato a definire il Nagorno Karabakh come una regione dispersa a causa del genocidio armeno perpetrato dall’impero ottomano.
Dobbiamo premettere che le mozioni approvate dai Comuni italiani non hanno nessun valore giuridico e non cambieranno la posizione delle autorità italiane in merito alla questione del Nagorno Karabakh. Innanzitutto dobbiamo tener conto in considerazione che la risoluzione n.62/243 dell’Assamblea Generale dell’ONU (pertinente al caso del Nagorno Karabakh) afferma quanto segue: “nessuno Stato riconoscerà come legittima una situazione creata dalla grave violazione di obblighi derivanti da norme obbligatorie di diritto internazionale, ne presterà aiuto o assistenza generale per il mantenimento di tale situazione”. Questa risoluzione è basata sul principio molto rilevante del diritto internazionale, ossia il principio c.d. ex injuria jus non oritur, cioè “gli atti illegali non creano legge”. I regimi de facto (come Nagorno Karabakh) non possono essere riconosciuti se sono stati creati violando le norme imperative (jus cogens) del diritto internazionale. Sicuramente nessuno può negare che negli anni 90 l’Armenia ha espulso gli azerbaigiani etnici dai territori occupati e questa è una violazione della Convenzione di Ginevra(articolo 49) che proibisce i trasferimenti forzati di civili. Altre 4 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU(n.822,853,874,884) invece richiedono il ritiro immediato, incondizionato e totale delle forze armate armene sia dai 7 distretti che dal Nagorno Karabakh. Nella risoluzione n.884 la regione di Nagorno Karabakh viene citata come la regione dell’Azerbaigian. Secondo a quanto riportato dall’ONU, durante la prima guerra del Nagorno Karabakh le forze armate armene hanno espulso quasi un milione di azerbaigiani dal Nagorno Karabakh, dai 7 distretti adiacenti e dall’Armenia. In questi 26 anni, a causa dell’aggressione armena un milione di rifugiati azerbaigiani sono stati privati del diritto di poter tornare nelle loro case, ma è sorprendente che in 26 anni questi Comuni sopramenzionati hanno preferito di tacere in merito. Forse un milione di rifugiati azerbaigiani vengono considerati esseri umani senza nessun diritto fondamentale, invece 100.000 armeni possono godere di quei diritti?! Non si può trovare una spiegazione appropriata. Tuttavia, le autorità italiane non possono violare i principi fondamentali del diritto internazionale.
Le pretese armene sul coinvolgimento degli jihadisti da parte dell’Azerbaigian.
I Comuni sopramenzionati nelle mozioni approvate pretendono che “L’Azerbaigian è stata appoggiata dai mercenari fra i quali anche jihadisti e fondamentalisti islamici che sono stati portati appositamente in Nagorno Karabakh”. Questa è una bruttissima propaganda armena che è volto a distrarre l’attenzione della comunità internazionale dall’occupazione illegale dei territori dell’Azerbaigian. Con una breve analisi questi Comuni potevano comprendere che il coinvolgimento dei jihadisti è da senza escludere.
La mia breve analisi:
Dall’inizio della guerra alcune stampe internazionali(BBC, Guardian, Reuters) non hanno escluso il possibile coinvolgimento dei jihadisti da parte dell’Azerbaigian, però negli articoli hanno anche menzionato che non hanno alcun fonte attendibile al riguardo. Anche la parte armena ha preteso di aver catturato alcuni jihadisti, ma non sono riusciti a fornire alcuna prova che erano veramente dei jihaisti e combattevano per l’Azerbaigian, hanno solamente intervistato alcuni siriani sconosciuti. Le pretese sul coinvolgimento dei jihadisti nel Nagorno Karabakh è una calunnia:
1) il trasferimento di jihadisti richiedeva una sofisticata logistica per l’Azerbaigian, maggiore è il numero dei jihadisti, maggiore è la probabilità di diffondere i video del trasferimento dei jihadisti.
2) I jihadisti non sono compatibili a combattere in un terreno montuso come quello del Nagorno Karabakh, quindi in termini di specializzazione militare loro non sono adatti,i siriani, in generale, si sono abituati a combattere in Siria, Libia,Afganistan, cioè nei paesaggi desertici.
3) Per essere efficace nella guerra moderna è molto importante avere un’ottima linea di comunicazione con i compagni d’armi, la lingua dell’Azerbaigian non è lingua araba, è totalmente diversa, quindi è impossibile coinvolgere gli stranieri all’esercito regolare.
4) Bisogna tener presente che i jihadisti sono sunniti, invece Azerbaigian è un paese all’85% sciita, ramo dell’Islam considerato dai jihadisti come “miscredente” e “ben peggiore dei cristiani”, quindi è fuorviante pensare che i jihadisti potevano combattere per l’Azerbaigian.
5) I governi non sono inclini a reclutare dei jihadisti ingestibili, visto che loro sono molto difficili da controllare e potrebbero essere pericolosi anche per la popolazione locale. In Azerbaigian c’è una legislazione molto severa contro le attività terroristiche che prevede la reclusione di 25 anni.
6) Non è la prima volta che l’Armenia utilizza questa propaganda allo scopo di coinvolgere l’intervento straniero(cioè la Russia), anche nella guerra del 2016 aveva diffuso questa propaganda non avendo fornito nessuna prova attendibile.
7) Azerbaigian è sempre stato uno dei membri molto attivi contro il terrorismo, in una communicazione da parte del Dipartimento di Stato degli US viene affermato quanto segue: “nel 2019 Azerbaigian ha lavorato attivamente per sconfiggere i gruppi terroristici”. L’esercito azerbaigiano ha partecipato con le forze brittaniche e con quelle di statunitensi in Kosovo, Irag e Afganistan e ha rimosso i jihaisti dal Caucaso settentrionale durante la guerra ceceno-russa.
8) Una fotografia o video verificatosi dalla zona di conflitto sul coinvolgimento dei jihadisti, danneggerebbe essenzialmente la reputazione dell’Azerbaigian come un partner affidabile. 9)l’Azerbaigian essendo molto superiore(militarmente, economicamente, demograficamente) all’Armenia non avrebbe nessun bisogno di reclutare i jihadisti.
Tutto ciò dimostra che i Comuni italiani di cui abbiamo parlato non sono correnti di ciò che è successo nel Nagorno Karabakh (sia negli anni 90, che nel 2020),l’approccio di questi Comuni è parziale e non è al fine di stabilire un assistenza umanitaria e una solidarietà con entrambe le due parti, ma diffondono solamente la propaganda armena violando i principi del diritto internazionale.