Zona rossa, live club chiusi da un anno, musicisti e band senza lavoro. L’emergenza sanitaria ha imposto uno stop forzato all’intera macchina della musica dal vivo, con conseguenze devastanti per l’intero settore. Da queste premesse nasce l’iniziativa “L’Ultimo Concerto?”, promossa da KeepOn Live, Arci e Assomusica, con la collaborazione di Live Dma, che vede insieme, per la prima volta, oltre 130 live club e circoli sparsi sull’intero territorio italiano che trasmetteranno contemporaneamente in streaming i concerti di altrettante band, una per ogni club. Gli eventi saranno trasmessi gratuitamente sul sito www.ultimoconcerto.it e sulle pagine Facebook dei singoli club e avranno fra i protagonisti, tra gli altri, 99 Posse, Brunori Sas, Colapesce & DiMartino, Cosmo, Giorgio Canali, Lo Stato Sociale, Manuel Agnelli, Marina Rei, Marlene Kuntz, Pinguini Tattici Nucleari, Roy Paci, Roby Facchinetti, Subsonica e molti altri.
Il duo emergente I Malati Immaginari parteciperanno a “L’Ultimo Concerto?” con il Circolo Arci Futuro Imperfetto 2.0 di Pescara. La collaborazione nasce da un profondo sodalizio artistico e umano nato a Ottobre 2020 quando, 24 ore prima della chiusura anticipata dei locali, i Malati Immaginari hanno tenuto il loro ultimo concerto (per ora). La band andrà in scena con il loro set acustico chitarra/synth/percussioni.
“È molto triste pensare che molti live club non riapriranno, perché questi luoghi hanno un valore che va molto al di là del semplice fattore economico e oggi più che mai me ne rendo conto”, afferma Martina Sersante, Presidentessa del Circolo Arci Futuro Imperfetto 2.0. “I piccoli club creano spazi di circolazione di cultura e libero pensiero, sono luoghi di incontro, scambio, arricchimento e non possono essere sostituiti da dirette streaming o format televisivi. Un amico tempo fa mi ha detto: l’artista ha bisogno dell’applauso.
Ed è vero: l’artista ha bisogno del pubblico. Di qualcuno che guardi alla sua opera e ne riconosca il valore”, conclude Martina.
I Malati Immaginari nascono nella provincia di Chieti, a Vasto, dall’incontro di due anime ipocondriache. Dario (chitarra acustica, synth, voce) e Laura (batteria e percussioni) iniziano a suonare insieme a ottobre 2019, scrivendo canzoni in italiano in linea con la scena indie folk di matrice anglosassone. Dario e Laura fanno musica per esigenza, per curare le proprie ansie da “malattia immaginaria”, appunto. Per questo, nonostante lo stop forzato ai live e un mercato discografico immobile, Laura e Dario non si sono mai fermati, nonostante il primo lockdown lo scorso anno sia arrivato dopo appena 5 mesi di attività e i primi live nei live club abruzzesi. Hanno continuato a scrivere musica da casa, jammndo via chat, registrando e pubblicando video di canzoni inedite scritte e realizzate in casa durante la quarantena. Una canzone nuova a settimana, per tre mesi di chiusura. Mesi in cui iMi hanno sperimentato nuove soluzioni sonore dettate da esigenze “domestiche”. Laura accantona la batteria per un set “ibrido”di percussioni, di cui il suo fedele cajon è protagonista assoluto. Dario arricchisce il proprio sound grazie all’utilizzo di una loop station. Terminato il lockdown, I Malati Immaginari hanno portato in giro per l’Abruzzo il nuovo set acustico durante l’estate, tra Festival e concerti, con ottimi riscontri di pubblico. Parallelamente all’attività live, I Malati Immaginari hanno registrato il loro primo Ep, da cui verrà estratto il primo singolo “Non Passa +” su Automatic Records. Il disco è stato registrato e masterizzato presso L’Arte dei Rumori Studio a Napoli e prodotto da Silvio Speranza.
“Siamo orgogliosi del lavoro svolto fino ad ora, considerando che esistiamo come band da 17 mesi, di cui 12 in emergenza sanitaria”, afferma la band. “Non ci siamo mai fermati, anche quando non potevamo provare, abbiamo continuato a produrre musica a distanza. Durante la stagione estiva abbiamo adattato la nostra strumentazione alle nuove esigenze dovute al distanziamento sociale con il nostro set acustico”. E se da un lato non sempre è stato facile mantenere vivi gli stimoli senza la possibilità di esprimersi live, dall’altro i “Mi” hanno sfruttato la potenza dei social per promuovere la propria musica. “Suoniamo per esigenza, curiamo la nostra ipocondria con la nostra musica, suoniamo innanzitutto per la nostra anima e siamo legati da una forte amicizia. Per questo, anche se la cultura e lo spettacolo sono in pausa, rimaniamo fermamente convinti che l’arte debba continuare a fare il proprio dovere, ovvero curare l’anima di chi la produce e di chi ne gode. Uno streaming non avrà mai la potenza emotiva di un applauso, ma aiuta a mantenere viva la fiamma, anche se il mondo a volte sembra andare nella direzione opposta”, conclude la band.
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