600 mila le imprese a rischio chiusura, 90 mila hanno già chiuso. Secondo il consulente aziendale è necessario partire dagli aspetti emotivi, per raggiungere gli obiettivi economici. Massari: “Prima di essere imprenditori siamo persone fatte di corpo, anima e spirito”
L’emergenza da Covid19 sta diventando sempre più una questione anche economica. Secondo Confesercenti, sono circa 600 mila le imprese a rischio chiusura e 90 mila quelle che hanno già cessato la propria attività a causa dell’emergenza sanitaria.
“Purtroppo, è molto complicato riuscire a fare previsioni su quando tutto questo finirà e quando arriverà davvero la tanto attesa ripresa. – Ha commentato Marco Massari, esperto di consulenza aziendale e life coach che ama definirsi come il ‘braccio destro degli imprenditori’ – Virologi ed economisti possono fare delle stime e delineare i trend, certo, ma nessuno può prevedere il futuro. Gli imprenditori non possono certo stare lì seduti ad aspettare di avere delle risposte certe. Fare dei business plan di lungo periodo è importante, ma non bisogna dimenticare che serve anche un piano d’azione da attuare qui e subito. Gli imprenditori hanno bisogno di un sostegno nell’immediato, per poter organizzare le cose da fare nel quotidiano, per questo ho stilato una sorta di breve manuale che in 5 mosse aiuti a mantenere la calma e la lucidità”.
Sebbene si rivolga agli imprenditori, questo vademecum non parla solo di dati, fatturato e previsioni economiche, ma, a differenza degli altri, parte dal prendersi cura degli aspetti emotivi, per raggiungere poi gli obiettivi economici, poiché, ricorda Massari “Prima di essere imprenditori siamo persone fatte di corpo, anima e spirito, e il successo si raggiunge solo se prima ci prendiamo cura anche degli altri elementi che ci rappresentano”
Ecco, dunque, i 5 punti sviluppati da Marco Massari, con consigli insoliti e decisamente fuori dagli schemi, in sostegno di tutti gli imprenditori:
1. Pregate quotidianamente
Non sto parlando di starsene inginocchiati chiedendo a Dio di far cessare la pandemia. Da sempre, sono un appassionato anche di psicologia e spiritualità, per questo suggerisco di pregare. Un essere umano pesantemente in disequilibrio con se stesso sarà un pessimo imprenditore, sia in tempi di pace, sia di crisi. Pregare significa ringraziare anticipatamente per un qualcosa di positivo che desideriamo e che siamo certi si manifesterà nella nostra vita. Attenzione, non sto parlando del “pensare positivo”, tipo sorridere mentre un orso sta per sbranarci, ma di uno stato di grazia raggiungibile stando soli, rilassandosi e, se lo volete, applicando anche tecniche di respirazione, meditazione, mindfulness o similari. Insomma, riconnettetevi col vostro centro interiore! Ci sono ricerche ed esperimenti di fisica quantistica che dimostrano che la realtà non è affatto quel che ci è sempre sembrato, e che la preghiera fatta con fede può dare risultati nel mondo concreto.
2. Schiacciate la paura
Non è il Covid19 il nostro peggior nemico, ma la paura, capace di immobilizzarci, renderci terribilmente ansiosi e farci fare scelte totalmente sbagliate! La paura è un meccanismo formidabile del nostro organismo, che in certe circostanze ci salva la vita, come quando abbiamo di fronte una persona armata e, istintivamente, ci mettiamo in fuga. Nei tempi moderni però, il più delle volte, siamo terrorizzati dalle nostre idee di quel che potrebbe accadere, e continuando a rimuginare ci ritroviamo poi bloccati in stati di ansia o panico. Per più volte al giorno, cercate deliberatamente di schiacciare la paura, proprio come se fosse uno schifoso serpente che vi insidia il calcagno.
3. Gettate via la vostra TV
Passare le giornate a guardare quelle immagini atroci ci condiziona negativamente. Davvero vi piace cenare con la vostra famiglia e intanto, invece che parlare e scambiarsi idee ed emozioni, concentrarvi su pandemie, crisi, guerre e terrorismo? Credetemi, se la motivazione è “informarvi”, tutto questo non serve. Io da anni non guardo un telegiornale, sono abbonato a due quotidiani e lì trovo tutto quel che mi serve. Non è “in tempo reale”? Beh, se l’umanità si è evoluta in tempi in cui esistevano ancora i messaggeri a cavallo, penso di poter sopravvivere anche con un ritardo di qualche ora nell’apprendimento delle news. Sapere cosa accade intorno a noi è, ovviamente, molto importante, ma non mi piace farmi inquinare cuore e cervello, non ho bisogno di vedere le immagini di un disastro per sapere che c’è stato. Provate a fare altrettanto! Utilizzate la televisione per guardare un bel film o un programma che vi piace, e fatelo con le persone che amate.
4. Scatenate la vostra creatività
Vi assicuro che, finché continuerete a lamentarvi per quel che c’è “fuori” e per quello che “non potete fare”, non troverete soluzioni a nessun tipo di crisi. Il nostro mondo esterno è il risultato di ciò che siamo internamente, come una proiezione di un film la cui bobina gira nella nostra testa. Non sto dicendo che se ci concentriamo elimineremo il Covid19, magari fosse così semplice, ma continuare a dare la colpa “agli altri” non vi aiuterà. Lo Stato non aiuta, i lockdown non sono giusti, ci sono complotti universali? Non so cosa sia vero, l’unica certezza che ho è che la nostra realtà sarà pesantemente condizionata da quel che scegliamo di includerci. Cerchiamo di lasciare fuori il più possibile le cose brutte, e connettiamoci col nostro “centro”, coi nostri talenti. Facciamoci venire delle idee. Non fissiamoci su quel che “non possiamo fare” ma su quello che “possiamo” con tutti i limiti che il mondo ci impone, e sui quali non abbiamo alcun controllo. Cerchiamo storie che ci ispirino, pensiamo, ad esempio, agli atleti paralimpici che riescono ad eccellere anche dopo l’amputazione di un arto: se non riusciamo a vincere nel campionato a cui stavamo partecipando, cambiamo competizione, scegliamo regole del gioco diverse! Ci sono aziende che durante la crisi Covid19 hanno visto i loro risultati migliorare. La creatività ha pochi limiti, e chi è in grado di scatenarla, nonostante tutto, avrà grandi probabilità di risultare vincente.
5. Fatevi furbi
Tecnicamente, devo dirvi che un’azienda che resiste alla crisi è quella che ha le “spalle forti”, che magari viene da anni di buona e oculata gestione, con abbondanti riserve di liquidità e ottimi rating bancari, che le permettono, se necessario, di trovare in fretta nuovi finanziamenti per resistere ad eventuali periodi di lockdown. Purtroppo, aziende del genere sono davvero poche. I percorsi che portano le aziende “così così” a diventare ottime imprese sono lunghi ed impegnativi, ed infatti ho scritto un libro per indicare come fare (“L’impresa di essere imprenditori”, PM edizioni, 2020). Non potete certo pensare di trasformarvi in un’azienda virtuosa con uno schiocco di dita, per di più in piena emergenza! Che fare, allora? Il mio suggerimento è un po’ borderline, ma, nei limiti dell’onestà (su quella non transigo mai), dovete farvi un po’ furbi. Provate ad ottenere qualcuno di quei benedetti mutui garantiti dallo Stato, ma se non ce la fate…dovete trovare in fretta soluzioni alternative. Perché dico questo? Perché nei momenti di difficoltà, la differenza la fa unicamente la liquidità, quella che in gergo tecnico si chiama “cash flow”. Dovete trattenere nelle vostre casse tutto il cash flow possibile! È come la benzina, se la terminate sarete come un’auto senza carburante: fermi e, scusate il francesismo, fottuti. Non andate “all’arrembaggio”, fatevi sempre consigliare, ad esempio dal vostro legale o commercialista, per capire i potenziali danni o conseguenze delle azioni che vi vengono in mente. Alcuni suggerimenti possono essere: contattate tutti i vostri fornitori per capire chi può concedervi dilazioni maggiori, e laddove doveste imbattervi in “muri” beh…prendetevele da soli, queste dilazioni. Se non potete fare altrimenti, dovete scegliere quali fornitori pagare e quali rimandare, al di là delle formali accettazioni di questi ultimi. Come scegliere? È difficile, bisogna usare un po’ l’intuito: cercate di far slittare chi, probabilmente, “si farà meno male” ricevendo il vostro insoluto. Mi pare lapalissiano che non potete permettervi di litigare con un vostro fornitore strategico e non sostituibile, così come, plausibilmente, possiamo pensare che una piccola ditta individuale o un artigiano potrebbero aver più bisogno del vostro pagamento rispetto ad una grossa multinazionale. Potete poi pensare di svendere il vostro magazzino se ne avete, plausibilmente anche “in perdita” ma in queste circostanze non importa, perché dobbiamo sopravvivere, gli “utili” li valuteremo poi. Si può tentare di contattare i clienti proponendo sconti in cambio di pagamenti anticipati, così come valutare quali tasse pagare e quali no: meglio una rateizzazione poi, anche con le penali del caso, che un’uscita di cassa oggi! Cercate sempre di mantenere il cuore ben connesso con la vostra mente, facendo scelte del genere: siate etici, un po’ come Robin Hood che, tecnicamente, era etico! Pagate gli stipendi, saldate i fornitori che, come voi, sono in difficoltà, per il resto…avete capito: mettetevi in modalità “sopravvivenza: ON”, fatevi consigliare e vedete di prendere delle decisioni, magari impopolari, che però potrebbero essere in grado di salvarvi.
Nella foto Marco Massari