La Rivoluzione russa fu raccontata da un americano, John Reed, che visse gli avvenimenti sul posto. Il suo libro, I dieci giorni che sconvolsero il mondo, racconta in maniera appassionata gli eventi in un equilibrato mix fra reportage, romanzo e saggio.
E un secolo dopo la sua prima apparizione mantiene intatto tutto il suo fascino.
Una narrazione coinvolgente che, superando ogni steccato ideologico, rende il lettore di ogni tempo e di ogni luogo complice del sogno dell’autore in un mondo liberato da guerra e sopraffazioni.
Nulla die ne ha riproposto la traduzione per opera del giovanissimo Antonio Masciulli e con il disegno, in copertina, dell’artista Guglielmo Manenti.
John Reed (Portland, Oregon, 1887 – Mosca 1920), scrittore statunitense, fu attivista militante e giornalista. Realizzò un documentato reportage sul Messico insorto e fu corrispondente di guerra in Europa dove partecipò alla rivoluzione russa.
Fondò negli USA il Partito comunista operaio e fu imprigionato. Costretto a rifugiarsi nell’Unione Sovietica, vi morì di tifo. È sepolto sulla Piazza Rossa insieme con gli altri protagonisti della rivoluzione.