È in libreria dal 5 ottobre il romanzo: L’anno senza estate di Bérénice Capatti, Gabriele Capelli Editore.
Il suicidio assistito, le relazioni complicate in una grande “famiglia industriale” lombarda e l’intreccio tra due esistenze, quella della giovane complicata Sara e del vecchio capo dell’azienda di successo, che si intrecciano disperate senza mai entrare davvero l’una nell’altra. Fino alla morte.
Una riflessione sul potere e sulla morte, incluso il tema del suicidio assistito, condotta attraverso la vicenda di una giovane donna e di un uomo sulla via del tramonto, all’interno delle complesse relazioni che caratterizzano le grandi “famiglie industriali”.
Sara, giovane dal passato difficile che cerca un futuro nonostante una quotidianità solitaria e arrangiata, conosce per caso Francesco, “il vecchio”: fondatore e capo di un’azienda lombarda di grande successo che produce posate di lusso, vicino alla sua fine lavorativa e in profondo conflitto con i due figli a causa dei loro ruoli e comportamenti nell’impresa. Bisogno di ancoraggi sicuri e paura per il futuro uniscono le due esistenze, che si allacciano e influenzano in modo tanto profondo quanto superficiale: nessuno saprà davvero cambiare l’altro, eppure Sara sarà l’unica scomoda testimone della morte del “vecchio”, in un finale quasi da thriller.
Assunta nell’azienda pur non avendo esperienza né formazione adeguate, forse perché Francesco pensa di potersi salvare grazie alle sue freschezza e ingenuità, la ragazza cercherà in ogni modo di non perdere l’occasione per rivoluzionare la propria vita. Ma Sara saprà rinunciare alla propria identità, forgiata in anni di vita in comunità, tra strada e lavoretti saltuari? E Francesco troverà, attraverso la sua vicinanza, la sicurezza che cerca per sé e la propria azienda?
«Mi interessa il tema del suicidio assistito – spiega l’autrice Bérénice Capatti, nata a Milano, oggi residente a Lugano – e mi affascinano le dinamiche relazionali che si vivono all’interno delle grandi famiglie industriali. Nel costruire i due protagonisti ho cercato di raccontare un non-rapporto, perché Sara e Francesco sono capaci di aggrapparsi l’uno all’altra, ma non di entrare davvero in relazione».
Con una scrittura precisa e una vicenda ben costruita, Capatti sa coinvolgere il lettore, che trascina con sé nel susseguirsi degli accadimenti che stravolgono la vita della sua protagonista.
ESTRATTO
Sara non ricordava con precisione il giorno in cui aveva iniziato come barista all’Orinbocca; non avrebbe, invece, mai dimenticato l’esaltazione con cui alle otto e ventidue scese dall’autobus di fronte alla Salemi, il primo giorno di lavoro. Aveva la testa leggera, i polmoni che si dilatavano fino quasi a far male mentre percorreva il viale. Alzò lo sguardo al cielo terso, che prometteva una splendida giornata: il sole, ancora basso sull’orizzonte, allungava i suoi primi raggi sui vetri del palazzo facendoli brillare.
Entrando strappò un saluto al solito portiere, che la annunciò ai piani alti. Si guardò di sfuggita nello specchio dell’ascensore stipato mentre saliva, e sorrise. Sorrise di essere lì, e non a riempire filtri del caffè o infornare brioche surgelate. Sorrise perché le sembrava di riuscire a mimetizzarsi, più o meno. Il rosso fuoco di un henné era sbiadito, la giacca di Caterina s’intonava a quelle che aveva intorno. Sentiva finalmente di andare incontro al proprio destino, e non ai miseri surrogati che aveva frequentato fin lì.
L’AUTRICE
Bérénice Capatti ha scritto libri per bambini e adolescenti (Vi presento Klimt e Gauguin e il colore dei tropici, Edizioni Arka; Noi nella corrente, Rizzoli; L’incredibile tesoro di Gian del Mare, ESG). L’anno senza estate è il suo primo romanzo per adulti, che ha avuto il sostegno della fondazione Pro Helvetia. Alla scrittura affianca l’attività di editor e traduttrice. Vive a Lugano.