Stamattina nella sua casetta alla periferia di Treviso è spirato all’età di 91 anni – era nato il 1° marzo 1929 a Casarsa – lo scrittore, saggista e poeta Nico Naldini. Se la sua notorietà era soprattutto legata alla stretta amicizia con il cugino Pier Paolo Pasolini è altrettanto vero che Nico Naldini era un raffinato poeta e uno scrittore, capace di pagine che hanno spesso, per il nitore stilistico e una impeccabile “misura breve”, l’incanto della poesia. Ha lavorato nell’editoria, fra gli altri con Longanesi, nel giornalismo (Giornale, Corriere della Sera, Alias-Manifesto, Gazzettino) e nel cinema, curando l’ufficio stampa degli ultimi film di Pier Paolo Pasolini. Nel 1974 è autore del film Fascista, dove seleziona alcuni dei Cinegiornali Luce che due anni prima aveva presentato alle Giornate del cinema di Grado in una memorabile rassegna dedicata alle cinematografie dei paesi retti dalle dittature.
L’esordio poetico avviene nel 1948 sotto l’egida dell’Academiuta di Lenga furlana con le poesie friulane di Seris par un frut e di Un vento smarrito e gentile (1958), mentre in italiano pubblica La curva di San Floreano (1988); Goffredo Parise lo definisce un “poeta superbo”.
Se oggi abbiamo una conoscenza puntuale e partecipe della vicenda biografica del cugino Pasolini lo si deve soprattutto ai suoi magnifici volumi a lui dedicati, a partire da Pasolini Poesie e pagine ritrovate curato assieme ad Andrea Zanzotto (1980), a Nei campi del Friuli (La giovinezza di Pasolini) 1984, fino a Pasolini, una vita, pubblicato la prima volta nel 1989, senza dimenticare i due volumi dell’epistolario che raccolgono le lettere scritte fra il 1940 e il 1975 (1986).
Nico Naldini ha conosciuto e frequentato moltissimi protagonisti del mondo letterario e culturale italiano e internazionale, e di alcuni di essi in particolare, vista l’amicizia cui era legato, pubblica le loro biografie. Si tratta di Vita di Giovanni Comisso (1986), finalista al premio Strega, Il solo fratello. Ritratto di Goffredo Parise e De Pisis, vita solitaria di un poeta pittore.
Negli ultimi anni raccoglie i suoi ricordi in diverse raccolte di brevi, fulminanti, racconti – Il treno del buon appetito (1995), Meglio gli antichi castighi (1997), L’alfabeto degli amici (2004), Come non ci si difende dai ricordi (2005), Una striscia lunga come la vita (2009), Sharazad ascoltami! (2011), La sibilla non vuole morire (2012) fino al recente Quando il tempo s’ingorga (2019).
Il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, che non esisterebbe, se Nico Naldini e gli altri familiari non avessero deciso di cedere alla Provincia di Pordenone la casa della famiglia dove lui e il cugino Pier Paolo erano cresciuti fianco a fianco in anni importanti della loro esistenza, ricorda con affetto e gratitudine l’amico Nico Naldini che in tante occasioni ha saputo regalare riflessioni e racconti in questi anni di intensa attività dell’istituzione casarsese.
Lo vogliamo ricordare protagonista nel recente film In un futuro aprile. Il giovane Pasolini, presentato nella sua Casarsa in anteprima pochi mesi fa, dove con voce ancora sicura riviveva gli anni della sua giovinezza friulana accanto a quella del cugino più grande Pier Paolo e lasciandosi andare di tanto in tanto a battute fin troppo sincere, cui faceva seguire col sorriso sulle labbra un “tanto è l’ultima volta che parlo di queste cose”.