Debutterà a Mittelfest (5-13 settembre 2020) e segnerà una nuova tappa della collaborazione fra il festival e l’ARLeF, l’Agenzia regionale per la lingua friulana, la produzione “GIORGIO MAINERIO, MISTERI FURLAN”, un’opera teatrale e musicale contemporanea costruita con parole, suoni, corpi, immagini, (testo, drammaturgia, direzione artistica, regia sono di Marco Maria Tosolini, quest’ultima firmata a “quattro mani” con l’attore e drammaturgo udinese di respiro internazionale Paolo Antonio Simioni) che, corroborata da un lungo percorso di studi cominciato nel lontano 1980, si propone come una vivificazione ex novo della vicenda che vide Giorgio Mainerio inquisito per eresia (e poi prosciolto) nel 1563.
Già nell’edizione 2019 di Mittelfest la sinergia con ARLeF, di fondamentale importanza per la valorizzazione in un contesto internazionale della lingua friulana, si declinò nello spettacolo che in piazza Duomo chiuse il festival, “Maraveis in sfrese / Meraviglie socchiuse”, omaggio alla musica e all’arte del Friuli, dal XVI secolo a oggi, che portò sul palco l’Orchestra giovanile Filarmonici Friulani, il Nuovo AuriCorale Vivavoce, i testi in friulano di Carlo Tolazzi, la voce recitante di Chiara Donada, con le videoimmagini d’arte di Federico Mazzolo, per raccontare la ricchezza di un territorio fatto di gemme preziose nel cuore dell’Europa.
Una grande festa in musica e immagini, “Maraveis in sfrese”, che Rai 5 ha voluto inserire nel suo palinsesto culturale e che sarà infatti trasmessa sabato 27 giugno, alle 19.35, ultima tappa della programmazione dedicata a Mittelfest con quattro speciali.
Intanto, prende forma il nuovo progetto che consacra il friulano su un palcoscenico internazionale. “Per questo – dichiara il presidente di Mittelfest Roberto Corciulo – il nuovo Cda ha da subito confermato la volontà di proseguire il percorso avviato dal direttore artistico Haris Pašović e dal presidente che mi ha preceduto, Federico Rossi. Riteniamo sia doppiamente importante, in questo momento, l’unione sulla lingua friulana, che rappresenta una specificità del nostro territorio e che dobbiamo mantenere viva perché è qualcosa che ci distingue, nel segno di una differenza nella quale dobbiamo essere tutti insieme”.
“Da quasi un decennio collaboriamo col Mittelfest: un’esperienza di grande arricchimento e soddisfazione per entrambe le realtà – sottolinea il Presidente dell’ARLeF, Eros Cisilino – Per questo, dopo il successo di Maraveis in sfrese, confermiamo con piacere la presenza dell’Agenzia all’interno del cartellone 2020. La rappresentazione di quest’anno metterà in luce l’opera di una personalità emblematica della cultura musicale friulana e europea,. Ancora una volta, la direzione artistica di Tosolini ci regalerà uno spettacolo carico di suggestioni”.
Il nuovo progetto su Mainerio è caratterizzato da un linguaggio artistico attuale dove due polarità musicali – una di musica antica e una di musica elettroacustica – e attori agiteranno una scena mobilissima, arricchita da trasfiguranti paesaggi sonori elettronici e visionari videomapping con focus sull’opera mirata dei pittori, fra i quali Tonino Cragnolini che dedicò a Mainerio un ciclo esclusivo di opere.
La storia ha una sua bruciante consistenza: testimoni racconteranno di episodi fondamentali della strana vita del Mainerio, fra frequentazioni indebite (circoli occultistici, presunte streghe e indovine, osterie e tabernae di malaffare incarnate da pittoreschi ma plausibili personaggi) e l’argomentare a sua difesa con un inquisitore che gli chiede conto di questo e di molto altro, come del possesso di libri proibiti. La lingua friulana, anche con l’uso di termini antichi, sarà la grande protagonista del testo, che avrà anche innesti di veneto, italiano, latino, croato, tedesco, ungherese.
GIORGIO MAINERIO
Giorgio Mainerio (Parma,1535-Aquileia,1582) fu musico, sacerdote e, forse, negromante. La sua figura sembra l’emblema della complessità oscura e visionaria del ‘500 friulano, in cui colto e popolare si fondono in un mistero alle volte insondabile, restituendo alla storia di questa terra aspetti di estremo fascino, capaci di far rivedere tutta una serie di stereotipi sul popolo friulano. Al di là della fama europea nata dalla diffusione epocale del suo Primo libro de’ balli, edito a Venezia da Gardano, nel 1578, dove, fra i tanti di matrice nazionale (Todescha, Fiamenga, Ongaresca, etc.) spiccano tre topoi coreutico-musicali non facilmente interpretabili: La puta nera, ballo furlano, L’arboscello, ballo furlano e la celebre e notissima Schiarazola Marazola. La figura di Mainerio rappresenta molto di più di un anomalo compositore in pericoloso bilico fra sacro e profano.