È online sui canali ufficiali di Pierpaolo Lauriola il video di Scudo e riparo, prima canzone tratta dal nuovo disco di inediti Canzoni scritte sui muri, in uscita mercoledì 13 maggio. La regia del video è di Antonello Schioppa. La storia raccontata ha come tema il precariato. Il testo è stato scritto a due mani con Sergio Salamone.
PIERPAOLO LAURIOLA, cantautore pugliese, da anni residente a Milano. Il brano è un’istantanea disincantata sull’odierna condizione del lavoro e dei rapporti. La storia raccontata ha come tema il precariato.
Una famiglia: il protagonista passa la sua vita in azienda. Le giornate sono passate a scrivere lettere di licenziamento, guardando i colleghi in esubero che ripongono gli oggetti personali dentro piccole scatole e si avviano lentamente verso casa. La sua vita fuori dall’ufficio, invece, è l’essere padre di una figlia a cui deve raccontare favole per farla addormentare. Dopo tante bugie per congedare i colleghi, il protagonista deve trovare parole solide per spiegare alla sua bambina che non tutte le cose finiscono, e non tutti i saluti sono degli addii.
Il brano sarà incluso nel nuovo album d’inediti in uscita il 13 maggio.
Sinossi: Ieri, una giovane coppia nel giorno delle nozze. Oggi, la giovane coppia diventa una famiglia. Ieri, il lavoro in fabbrica. Oggi, il precariato.
Il protagonista passa la sua vita in azienda. Le giornate sono passate a scrivere lettere di licenziamento, guardando i colleghi in esubero che ripongono gli oggetti personali dentro piccole scatole e si avviano lentamente verso casa. La sua vita fuori dall’ufficio, invece, è l’essere padre di una figlia a cui deve raccontare favole per farla addormentare. Dopo tante bugie per congedare i colleghi, il protagonista deve trovare parole solide per spiegare alla sua bambina che non tutte le cose finiscono, e non tutti i saluti sono degli addii.
Un’istantanea disincantata sull’odierna condizione del lavoro e dei rapporti.
Scudo e Riparo
Mi sono specchiato in te
Prima che andassimo in frantumi
I nostri pezzi si sono incrociati
E adesso non so più riconoscere
Il mio dolore dal tuo dolore
Il mio rancore dal tuo rancore.
Ci siamo graffiati il viso
Perché tutto taglia alla fine del gioco
E l‘anima sanguina le sue mille parole
Senza che nessuno possa dire: ecco
Capisco quello che dici,
Indovino quello che sei.
Così se chiudo gli occhi adesso, siamo simili,
Io e te.
Solo che se chiudo gli occhi
Io non dormo più,
E continuo a vedere
Tutto come se fossimo ancora a ieri.
Perché in fondo mi hai detto che
Ci vuole gusto per sentirsi leggeri.
E i nostri consensi
Arriveranno a strapparceli
Estorcendo con forza i nostri disagi.
Proverò a barattare tutto questo dolore
Con una nuova canzone.
Con una nuova canzone.
Con una nuova canzone.
Ci piacerà farci vedere incerti
Ci piacerà farci vedere feriti
Ci piacerà marciare
Con il nostro specchio in frantumi
Come scudo e riparo,
Come scudo e riparo.
Come scudo e riparo.
Ma i pezzi di vetro si sono mescolati
I nostri volti si sono confusi
E l‘immagine è insolita e bella
E l‘immagine è commovente
E l‘immagine è più viva di noi.
Il nostro specchio in frantumi
Come scudo e riparo,
Come scudo e riparo.
Come scudo e riparo.
Come scudo e riparo.