Grande folla sabato sera, 8 febbraio, al centro studi pasolini per l’inaugurazione della mostra mario micossi. Prestigioso prologo agli eventi che celebreranno i 75 anni dell’academiuta, la piccola scuola di versuta nata durante la guerra, straordinaria e irripetibile esperienza didattica
“Ora di quel tempo mi sembra tutto perfetto”: così diceva Pasolini dei giorni in cui, nel Casèl in mezzo ai campi di Versuta, si riuniva il piccolo gruppo di alunni dell’Academiuta di lenga furlana
Centro studi Pasolini di Casarsa affollatissimo ieri sera, per l’evento che ha aperto l’attivitĂ del 2020 e che è anche prologo prestigioso alle manifestazioni per i 75 anni dell’Academiuta di lenga furlana – la scuola fondata dal poeta nel borgo alle porte di Casarsa dove si era rifugiato con la madre nell’ottobre del 1944 – In arrivo nei prossimi giorni: l’inaugurazione della mostra “ Ju pai ciamps di Versuta. Incisioni, graffiti e disegni sui luoghi di Pasolini”, di Mario Micossi, che fu pittore ed incisore di fama internazionale “senza dubbio uno dei piĂą grandi paesaggisti italiani oltre che l’artista friulano piĂą visto nel mondo”: così lo ha descritto Gianfranco Ellero, curatore della mostra, realizzata grazie alla disponibilitĂ di Elena e Anna Micossi, appassionate custodi dell’ereditĂ dello zio, con il sostegno del Comune cittadino, della Regione Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli.
E proprio ai luoghi pasoliniani di Versuta, testimoni della gioventù di Pier Paolo e ispirazione di molte sue intense pagine, è dedicata l’esposizione: le vedute della chiesetta trecentesca di Sant’Antonio abate, così come i filari di gelsi, le vigne e i campi di granturco palpitano nel tocco sapiente dell’artista, riportando l’eco dei giorni felici del poeta legati alla nascita della piccola scuola di Versuta fondata nel 1945. Anno terribile, per Casarsa, quel 1945, che in marzo fu distrutta da un bombardamento e particolarmente drammatico per Pasolini, che poco prima, in febbraio, aveva perso il fratello Gudo nell’eccidio di Porzus. Quella piccola scuola, dunque rappresentava un raggio di sole, un presidio di speranza, un’oasi di pace che Micossi ben sintetizza nei suoi quadri, “restituendo quel paesaggio dal respiro ampio che non tornerà più ma che vivrà per sempre nella luce della poesia (di Pasolini e di Micossi stesso) che l’ha creato”, ha affermato Ellero presentando le opere.
All’inaugurazione sono intervenuti, oltre al presidente del Centro studi Piero Colussi, la sindaca e l’assessore alla cultura di Casarsa, Lavinia Clarotto e Fabio Cristante, il consigliere regionale Tiziano Centis e l’assessore alla cultura di Artegna, città natale di Micossi, Rossella Gomboso, presente con il vice sindaco Adriano Merluzzi; la nipote di Micossi, Anna. Giacomo Trevisan, studioso pasoliniano, ha intervallato gli interventi leggendo brani tratti da “Pasolini, una vita”, la biografia di Nico Naldini.
Le opere resteranno in mostra fino all’8 marzo nelle sale del Centro Studi.
Info: www.centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it