– Com’è iniziato il tuo percorso musicale
La mia passione per la musica c’è sempre stata. Mi ha accompagnata fina da piccola e per questo devo ringraziare i miei genitori. Grazie a loro, sono sempre stata immersa nella musica. Dalla classica al rock si è sempre ascoltato tanto e di tutto a casa nostra.
Fin da ragazzina poi mi è sempre piaciuto cantare e provare a mettere i miei pensieri in versi.
Il passaggio però dal puro canto per piacere personale alla discografia, è arrivato circa due anni fa, quando sono stata contattata dall’etichetta StrangerArts, ed ho avuto l’opportunità di iniziare a incidere i miei pezzi.
– C’è stato un momento preciso nella tua vita in cui hai capito che avresti dovuto fare musica?
Un momento preciso direi di no.
E’ stato più che altro un processo che si è sviluppato pian piano ed è tutt’ora in atto e in crescita.
Sono ora al mio primo progetto discografico e quindi sono solo all’inizio, a dire il vero.
Mi piace pensare però che questo percorso possa andare avanti per più tempo possibile e spero di riuscire a crescere e continuare ad avere idee che possano essere interessanti.
– Ci racconti V-Deocrazy?
V-Deocrazy è un ‘viaggio’ di circa mezz’ora tra sogni e incubi. Sogni non necessariamente belli ed incubi non completamente negativi. Le tematiche che tratto in questo viaggio sono il pluralismo dell’anima, la contrapposizione tra la parte “buona” e la parte “cattiva” che c’è in ognuno di noi e la coesione tra le due, il momento di crescita, di consapevolezza e presa di coscienza di chi siamo e chi vorremmo essere.
I miei testi in questo progetto sono in parte autobiografici ed in parte di pura fantasia.
Le sonorità rimangono nel mondo del Pop/Elettronico senza però mai dimenticare arrangiamenti più “classici”, che sono un richiamo della mia adolescenza.
I pezzi che compongono l’album sono 8, più un intro musicale e parlato.
Nella versione CD e quindi non presente nei digital stores, c’è poi una nona traccia ‘bonus’, che è la versione acustica unplugged di Witch Eyes, in presa diretta chitarra e voce.
Il titolo “V-Deocrazy” è una parola inventata. Sono partita da un’altra parola inventata, ovvero “VideoCracy”, ovvero la mia idea di “potere del video” e quindi la supremazia dell’apparire sull’essere. Da qui però ho voluto aggiungere uno step, sostituendo la C con una Z, (VideoCraZy). Questo per aggiungere la follia, come caratteristica di questa epoca.
Il senso finale della parola è quindi “il potere folle del video”.
E infine, perché la V separata dal resto della parola? Molto semplice, perché questo titolo è stato concepito il giorno del V-Day in Italia, ovvero il 27 dicembre 2020 e volevo che fotografasse un momento specifico di quest’era, folle quanto inaspettata.
– Come hai conciliato l’attività del pattinaggio con la musica?
Purtroppo l’attività del pattinaggio, benché ancora nel mio cuore perché il mio grande amore, non ho mai dovuto conciliarla con la musica perché le due cose appartengono a due momenti separati della mia vita. L’agonismo è stato parte di me dagli 8 anni fino alla fine del liceo circa, mentre l’attività musicale vera e propria è iniziata solo un paio di anni fa. C’è sempre stata come pura passione, ma diciamo che solo due anni fa ho iniziato a dedicarmici seriamente.
– Che programmi hai per i prossimi mesi?
Per i prossimi mesi sarò sicuramente in studio a preparare nuovi brani, perché assieme al mio produttore e compositore, Marco Gabrielli, abbiamo già varie idee più o meno sviluppate per alcuni pezzi che vorrei inserire nel mio secondo album. Non esiste ancora una data per questo secondo lavoro, è veramente prematuro adesso, però diciamo che è in fase di concepimento.
Parallelamente a questo inizierò a breve a preparare il progetto a livello di live per poter portare V-Deocrazy dal vivo.