Da giorni, tra i banner dei principali magazine italiani, è presente “Culture Records”, nuova etichetta discografica italiana, fondata dalla Leòn Management Studio, in collaborazione con Orangle Publishing e Universal Music Italia (Ingrooves)
con l’obiettivo di dare la possibilità a talenti già affermati di presentare produzioni, attraverso “Culture Records” e offrire notorietà ad alto raggio sulla scena musicale nazionale e internazionale.
La label è costituita da un team di professionisti del settore, pronti a soddisfare ogni richiesta da parte dell’artista, anche per quanto riguarda la produzione di dischi, mix e master.
La label “Culture Records” presenterà vari generi musicali, tutti uniti dalla passione per la musica.
Noi di “Agenzia Stampa” abbiamo voluto scambiare due chiacchiere con il fondatore Leòn.
<< Ciao Leòn, benvenuto su “Agenzia Stampa” è un piacere per noi sostenerti insieme ad “Culture Records”
Come ci si sente, ad essere fondatori di una etichetta discografica?
A 21 anni riuscire a fondare una propria etichetta discografica può considerarsi un buon traguardo.
In poco tempo abbiamo ottenuto già degli ottimi risultati ma stiamo lavorando per crescere ogni giorno sempre di più.
E quanto è importante oggi avere una propria label nel 2023?
Sicuramente per un dj avere la propria etichetta discografica ha la sua importanza.
Devo ringraziare tutto il team di Universal e Orangle che ci ha permesso tutto questo.
Com’è nato il nome della Etichetta?
Tutto è nato in modo ironico e per gioco, ho iniziato a definire in “Culture” uno stile di vita mondano, eclettico ed elitario, aggettivi che rappresentano a pieno il senso e la natura della nuova realtà discografica.