Lungimiranza e prontezza: l’AD di Eni Claudio Descalzi racconta la strategia di diversificazione avviata da Eni nel 2014 per incentivare la sicurezza energetica e riuscire a fronteggiare eventuali difficoltà.
Claudio Descalzi: sulla diversificazione siamo partiti nel 2014 per essere pronti a fronteggiare eventuali difficoltà
È “quando si coinvolgono tutte le visioni” che il sistema Paese può funzionare: lo sostiene l’AD di Eni Claudio Descalzi. “Bisogna seminare, avere fiducia, pazienza e senso nazionale”, ha sottolineato nei giorni scorsi rispondendo alle domande dei giornalisti nel palazzo El Mouradia mentre era in corso il bilaterale tra il Presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni e il Presidente della Repubblica Democratica Popolare d’Algeria Abdelmadjid Tebboune. Le parole dell’AD riflettono l’impegno e la vision di Eni, grazie alla quale oggi l’Italia può dire di riuscire ad affrontare l’emergenza energetica dovuta anche alle tensioni geopolitiche esplose di recente. “Noi abbiamo cominciato la diversificazione geografica nel 2014 per essere pronti a fronteggiare eventuali difficoltà”, ha spiegato Claudio Descalzi. E “puntiamo sulla diversificazione tecnologica e sulla sostenibilità ambientale che è importantissima”. Fondamentale è diversificare: “Non c’è solo l’Algeria, ci sono la Libia, l’Egitto, l’Angola, il Congo, il Mozambico, gli Stati Uniti…”.
Claudio Descalzi: l’Italia può diventare l’hub europeo dell’energia
La sfida ora è trasformare l’Italia nell’hub energetico dell’Europa. L’AD di Eni Claudio Descalzi è ottimista sulle effettive possibilità di riuscita: “Il primo punto è garantire sicurezza energetica a costi bassi all’Italia. E il nostro Paese dal punto di vista geografico, strutturale, logistico è ben messo”. L’hub, ha spiegato l’AD di Eni, è fatto “soprattutto di gas, bisogna averlo e portarlo in Italia. E noi in due anni, due anni e mezzo, ne avremo abbastanza per i nostri consumi nazionali”. Senza dimenticare le infrastrutture: “Siamo gli unici ad avere una connessione con l’Algeria”, grazie al gasdotto TransMed, “che ha una capacità di circa 36 miliardi di metricubi di gas, tuttora sottoutilizzata: ci sono ancora più di 10 miliardi che possono arrivare in Italia. Abbiamo poi una connessione con la Libia che vale adesso circa 12-14 miliardi di metricubi in termini di capacità, che può salire con adeguate aggiunte di compressione di parecchi miliardi. E ci sono l’Egitto, l’Angola, il Congo e il Mozambico che possono portarci il gas liquido e il Tap che porta 7-8 miliardi dall’Azerbaigian e potrà essere ampliato”. Dunque perché l’Italia possa rifornire gli altri Paesi europei e diventare un vero e proprio hub europeo fondamentale secondo Claudio Descalzi è “sviluppare le connessioni tra il nostro Paese e il Nord, vale a dire Germania, Austria, Svizzera, etc. Finora i corridoi sono stati Nord-Sud, mai Sud-Nord. Ma ce la possiamo fare con un programma di infrastrutture importanti. Il nostro obiettivo è avere una sovrabbondanza di offerta di gas per poter portare l’energia verso il Nord Europa”.