Nel mondo 1 persona su 2 che ha problemi visivi non ha la possibilità di accedere ai servizi oculistici. Sono nel complesso oltre 1 miliardo di persone, concentrate soprattutto nei Paesi in via di Sviluppo (fonte: Rapporto Mondiale sulla Vista, OMS 2019). Entro il 2050 questa cifra salirà a 1,8 miliardi – secondo la stima del World Report on Vision OMS e la Lancet Global Health Commission – a causa dell’invecchiamento della popolazione e del cambiamento degli stili di vita. Ma il 90% di tutti disturbi visivi sono prevenibili e curabili.
Questi i dati allarmanti che CBM Italia – organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità evitabili e nell’inclusione delle persone con disabilità nel Sud del mondo e in Italia – rilancia in occasione della Giornata Mondiale della Vista, che si celebra il prossimo 13 ottobre, come ogni anno il secondo giovedì di ottobre per aumentare la consapevolezza e focalizzare l’attenzione globale sulla cecità e i problemi della vista.
Condividendo questo obiettivo, CBM Italia lancia la campagna di sensibilizzazione “Fuori dall’ombra, per il diritto di vedere ed essere visti” che nel concreto si traduce nel garantire cure oculistiche a oltre 1 milione di persone in 1 anno in 9 Paesi del Sud del mondo, grazie a progetti con un approccio integrato che comprende prevenzione, cura e riabilitazione delle disabilità visive e inclusione nella comunità. Ne sono un esempio i progetti in Kenya e in Uganda.
In Kenya – dove il 15,5% della popolazione soffre di disabilità visive a causa di problemi come la cataratta e di errori refrattivi non corretti come la miopia – CBM ha avviato un ampio progetto di prevenzione della cecità evitabile per raggiungere in particolare coloro che vivono nelle comunità più remote, con grandi difficoltà ad accedere alle cure di cui hanno bisogno. Con l’obiettivo in 4 anni di fornire un accesso inclusivo a servizi oculistici pubblici di qualità in 8 Contee del Kenya, il progetto si basa sull’innovativa tecnologia Peek Vision, un’applicazione per smartphone che permette di effettuare screening visivi nelle comunità e quindi di censire i pazienti, creando un database indispensabile per continuare a monitorarli nel tempo. Uno strumento importante di supporto al sistema sanitario, per fare in modo che nessuno venga escluso: un mezzo per “far uscire dall’ombra” cioè per rendere visibili le persone bisognose di cure oculistiche che prima erano del tutto invisibili.
Anche in Uganda molte persone rischiano di diventare cieche per mancanza di mezzi e servizi non accessibili. Nel complesso sono 1,2 milioni le persone con problemi visivi, ma ben il 75% dei casi sono prevenibili e curabili. Nel nord del Paese, dove l’incidenza della disabilità visiva registra numeri più alti, CBM ha avviato la costruzione di un plesso chirurgico presso l’ospedale St. Joseph in grado di erogare cure diagnostiche, trattamenti specialistici e chirurgie a oltre 76mila pazienti entro la fine del progetto.
La costruzione fa parte di un ampio intervento triennale volto a migliorare l’accesso e la qualità dei servizi oculistici sia presso le comunità sia all’interno delle strutture ospedaliere nei distretti di Kitgum, Lamwo e Arua (sub regioni di Acholi e West Nile, Nord Uganda). I lavori in corso, che si stanno realizzando anche secondo criteri di sostenibilità ambientale, termineranno a fine anno. L’intervento di CBM, in accordo con il Ministero della Salute ugandese e con il sostegno di AICS (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo), comprende anche la formazione di medici e personale sanitario e l’equipaggiamento delle cliniche mobili nelle comunità più lontane.
“In Kenya, come in Uganda, come in tutti gli altri Paesi del Sud del mondo dove siamo presenti, è un nostro impegno garantire che nessuno venga lasciato indietro quando si parla di salute della vista. Noi lavoriamo ogni giorno per migliorare la situazione delle persone con disabilità visive e per garantire un’assistenza oculistica efficace a chi ne ha bisogno,” spiega Massimo Maggio, direttore di CBM Italia, che prosegue spiegando il divario esistente tra i Paesi del mondo a livello economico e sanitario. “Nei Paesi in via di sviluppo esiste un ciclo che lega povertà e disabilità: quando vivi in povertà non puoi accedere alle cure o all’assistenza di cui hai bisogno, per questo rischi di sviluppare una disabilità; e quando hai una disabilità rischi maggiormente di diventare povero. Questo ciclo va spezzato, perché tutti hanno il diritto di vedere ed essere visti”.
L’impegno di CBM Italia – che fa parte dell’organizzazione internazionale CBM (Christian Blind Mission) riconosciuta dall’OMS per il suo impegno da oltre 110 anni nel garantire cure oculistiche accessibili e di qualità – è in linea con la strategia “2030 In Sight” di IAPB (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità) con 3 obiettivi: tutti dovrebbero avere l’opportunità di fare un esame della vista, ricevere cure oculistiche a prezzi accessibili, avere gli occhiali quando ne hanno bisogno.
CBM Italia Onlus è un’organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e della disabilità evitabile e nell’inclusione delle persone con disabilità in Africa, Asia, America Latina e in Italia. Fa parte di CBM (Christian Blind Mission), organizzazione internazionale attiva dal 1908 per includere e contribuire a una migliore qualità della vita delle persone con disabilità che vivono nei Paesi in via di sviluppo. Nel 2021 CBM Italia ha realizzato 30 progetti in 13 Paesi di Africa, Asia e America Latina, raggiungendo 1,3 milioni di beneficiari. Globalmente CBM ha realizzato 492 progetti in 46 Paesi di tutto il mondo raggiungendo 5 milioni di beneficiari. Nel nostro Paese CBM Italia ha realizzato 10 progetti sull’intero territorio nazionale.