“Stiamo vivendo un’emergenza grave e globale, che auspichiamo sia limitata nel tempo, ma ci fornisce comunque un insegnamento”: intervista all’AD di Eni Claudio Descalzi.
Claudio Descalzi: puntare sulla transizione lasciando da parte ideologie o religioni sulle tecnologie da utilizzare
Transizione sì ma ecologica, non ideologica: lo ribadisce l’AD di Eni Claudio Descalzi nell’intervista pubblicata lo scorso 23 novembre su “MF – Milano Parigi Capitali”, inserto di “Milano Finanza”. L’AD, a fronte dell’emergenza grave e globale che stiamo vivendo, richiama l’attenzione sull’importanza di “un momento di transizione”, oggi quanto mai necessario: “Non possiamo smettere completamente di utilizzare e investire nelle risorse che adesso il mondo sta utilizzando, soprattutto il gas ma anche il petrolio”. Se si pensasse di interrompere tutti gli investimenti upstream, come è stato anche auspicato, la situazione secondo l’AD di Eni “diventerebbe molto tesa per tutti da un punto di vista industriale”. È quanto stiamo vivendo: “Mancano volumi, mancano prezzi e mancano quei vettori che il mercato domanda”. Proseguire nella transizione dunque significa accantonare “ideologie o religioni sulle tecnologie da utilizzare”: al contrario, come suggerisce Claudio Descalzi, bisogna utilizzare il più ampio spettro possibile di quelle che ci sono e sono fruibili. “La transizione non deve essere troppo lenta né troppo veloce, deve porsi come un giusto compromesso con i bisogni della società”, osserva l’AD.
Claudio Descalzi: la transizione deve porsi come un giusto compromesso con i bisogni della società
L’AD Claudio Descalzi lo aveva ricordato anche lo scorso settembre intervenendo all’evento Milano Parigi Capitali, organizzato dal gruppo Class Editori: “Negli ultimi otto anni Eni ha investito moltissimo sulle nuove tecnologie, in grado di portare energia pulita e di decarbonizzare, legate a una circolarità tale da poter utilizzare i rifiuti, sia organici che inorganici, per poterli ritrasformare in prodotti ‘verdi’, ‘blu’, ‘bio’ senza l’utilizzo di ulteriori idrocarburi”. In questo percorso si è inserita prima la pandemia e negli scorsi mesi l’emergenza energetica a seguito delle tensioni geopolitiche esplose di recente: “Abbiamo reagito immediatamente, lavorando col Governo per portare in Italia e mettere a fattor comune le produzioni, gli investimenti e le riserve di Eni in diversi Paesi, incominciando da quelli collegati via pipeline”. L’Algeria ha raddoppiato rispetto al passato i flussi di gas verso l’Italia: inoltre “abbiamo altri contributi dalla Norvegia e, in futuro, da Egitto, Nigeria, Angola e Congo attraverso il Gnl”. Servono però ulteriori investimenti, come spiega l’AD Claudio Descalzi: “Tutto il mondo, ma l’Europa in particolare, hanno bisogno di gas e di diversificazione. Un punto essenziale è quello di aumentare la capacità di rigassificazione, obiettivo che nel 2023 dovremmo riuscire a raggiungere”.