Cristina Scocchia, ad di Illy Caffè, ha preso parte al Meeting di Rimini per parlare di lavoro, di giovani e di leadership.
Cristina Scocchia al Meeting di Rimini
Tra i tanti ospiti dell’edizione 2022 del Meeting di Rimini c’era anche Cristina Scocchia, amministratore delegato di Illy Caffè ed ex CEO in KIKO e L’Oréal. Da maggio 2022 ricopre inoltre l’incarico di membro del Consiglio di Amministrazione, del Comitato Rischi e del Comitato Nomine di Fincantieri (di quest’ultimo è anche Presidente). Cristina Scocchia, in una intervista pubblicata sul canale Youtube ufficiale del Meeting di Rimini, ha parlato del futuro del mercato del lavoro, dell’importanza del capitale umano in una azienda e delle sfide che ci aspettano. Ha inoltre riflettuto sul significato di questa importante kermesse, e sul titolo assegnato a questa edizione del 2022: “Una Passione per l’uomo“. “Io credo sia un titolo bellissimo“, ha commentato la manager, “perché richiama ognuno di noi alla nostra responsabilità anche di leader”.
Cristina Scocchia: il significato di leadership e il futuro del mercato del lavoro
Ma cosa significa, nel concreto e al giorno d’oggi, essere un buon leader? Per Cristina Scocchia significa “non tanto avere il potere, ma avere la responsabilità. Se si è un leader si è responsabili delle persone che ci vengono affidate, delle persone che di te si fidano e che a te si affidano. Nei momenti difficili le persone vogliono potersi affidare, allora in qualità di leader avremo il dovere di prenderci cura di tutti, in particolare di chi è più fragile e vulnerabile”. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, Cristina Scocchia ha evidenziato come davanti a noi si prospettano diverse sfide: “Abbiamo tanti giovani che vorrebbero trovare un lavoro, ma purtroppo non ci riescono perché non hanno ricevuto un percorso d’istruzione e formazione adeguato alle esigenze del mercato attuale. D’altro canto, abbiamo giovani che il lavoro ce l’hanno ma decidono comunque di dimettersi anche senza averne trovato un altro, perché? Perché le aziende non riescono a essere abbastanza partecipative, coinvolgenti, valoriali”.