Il riconoscimento del salario minimo per i lavoratori e l’introduzione di una politica di sostegno economico alle piccole e medie aziende ed alle imprese artigiane, vero motore del nostro Paese, perché possa arrestarsi la catena infinita di chiusure e di perdite di posti di lavoro. Sono le richieste che il Sindacato nazionale CLAS rivolge al Governo nazionale per agire in maniera efficace contro i gravi effetti causati dall’eccessivo aumento dei prezzi di beni e fonti di energia, una spirale che mette a rischio la tenuta stessa del sistema economico italiano.
“L’impennata dell’inflazione sta divenendo una reale rischio per la ripresa del Paese, già duramente colpito da due anni di pandemia ed ora dalla guerra tra Russia ed Ucraina che ha determinato un folle rialzo dei prezzi e dei beni energetici, come gas e petrolio afferma il Presidente di Sindacato CLAS Davide Favero l’inflazione mette profondamente a rischio il mercato del lavoro e la tenuta economica ed occupazionale del Paese, una questione che va affrontata con urgenza. Mentre le misure di sostegno a famiglie e imprese attuate durante la pandemia, seppur assolutamente insufficienti, stanno cercando di evitare il collasso dell’economia, parallelamente si devono accelerate tutte le riforme che avranno il compito di sostenere strutturalmente il mondo del lavoro. Come Sindacato CLAS abbiamo sempre ritenuto che l’introduzione del salario minimo possa rappresentare un elemento di garanzia a sostegno proprio dei settori ancora oggi svantaggiati.
Lo scoppio della guerra Russo-Ucraina continua Favero ha fatto aumentare esponenzialmente il costo di materie prime e carburanti e aumentare le bollette al punto tale da non consentire alle aziende, ancora fortemente sotto pressione dalla crisi economica, di poter sostenere i costi energetici per la produzione. Senza trascurare il fatto che questi aumenti, spesso ingiustificati, ci mettono di fronte a vere e proprie speculazioni a danno dei consumatori e delle imprese. Non possiamo pensare di veder schizzare i prezzi su beni di prima necessità, ma contestualmente non prevedere una progressione salariale che consenta di sostenere i costi e mantenere il potere d’acquisto.
Facciamo appello al Governo affinché si adoperi per introdurre la progressione salariale attraverso il riconoscimento del salario minimo e una politica di sostegno economico alle imprese”