Nel concerto di Capodanno tenuto dall’Orchestra Sinfonica ‘G. Rossini’ di Pesaro (per l’occasione diretta da Daniele Agiman) è spiccata quest’anno una vistosa novità.
La parte centrale e più rilevante dello stesso è stata incentrata sul Concerto per violoncello e orchestra n. 1 in mi bemolle minore, Op.107 di Dmítrij Dmítrievič Šostakóvič (San Pietroburgo, 1906- Mosca, 1975) ritenuto tra i più importanti compositori di scuola russa e, più in generale, della musica del Novecento.
L’autore lo compose nel 1959 per il suo amico Mstislav Leopol’dovič Rostropovič (Baku, 1927-Mosca, 2007), violoncellista e direttore d’orchestra sovietico naturalizzato statunitense. Premio Imperiale 1993 e Premio Wolf per le Arti 2004, suonava uno Stradivari Dupont del 1711, considerato uno dei migliori strumenti esistenti al mondo.
Rostropovič imparò a memoria il concerto in quattro giorni : l’opera fu presentata per la prima volta il 4 ottobre 1959 : Evgenij Aleksandrovič Mravinskij dirigeva l’ Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo nella grande sala del Conservatorio cittadino.
La prima registrazione fu effettuata due giorni dopo dal violoncellista con la Filarmonica di Mosca, sotto la direzione di Aleksandr Gauk.
Si riconoscono, tra le righe del pentagramma, impliciti omaggi al grande esecutore azero, dagli echi orientaleggianti (tipici della sua città natale) all’alternanza di atmosfere tra umorismo e malinconia che richiamano il carattere gioviale ma nostalgico del solista.
Il Concerto n.1- ampiamente considerato una delle opere concertate più difficili per violoncello, insieme alla Sinfonia Concertante di Sergei Prokofiev con il quale condivide alcune caratteristiche (come il ruolo di spicco dei colpi isolati dei timpani) – è stata eseguita dal violoncellista Giovanni Gnocchi, nato a Cremona e residente da anni a Salisburgo dove insegna presso Universität Mozarteum.
Vincitore del 1° Premio al Concorso ‘F. J. Haydn’ di Vienna, del ‘Borletti-Buitoni Trust Fellowship’ di Londra (entrambi con il David Trio) e solista in numerosi concerti prestigiosi, ha debuttato giovanissimo come solista in concerto per 2 violoncelli e orchestra assieme a Yo-Yo Ma, famoso violoncellista statunitense nato in Francia da genitori cinesi.
Dal 2019 è solista in residence per un triennio presso l’Orchestra Sinfonica ‘Rossini’ di Pesaro, con la quale ha di recente interpretato il Concerto op. 129 di Schumann diretto da Daniele Agiman.
Il programma è proseguito con una Suite delle più famose melodie tratte da
‘Lo Schiaccianoci’ di Pëtr Il’ič Čaikovskij, cui spetta un indiscusso posto d’onore tra le opere dall’atmosfera natalizia.
Com’è noto, è uno dei capolavori del balletto dell’Ottocento, testamento artistico di Marius Petipa, il celebre coreografo che su mandato di Ivan Vsevoložskij (direttore dei Teatri Imperiali) si incaricò di traghettare lo spettacolo teatrale in Russia da una preoccupante stasi ad una nuova luminosa stagione.
Petipa scrisse il libretto ispirandosi al racconto ‘Nussknacker und Mausekönig’ di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann ma dell’originale rimane più che altro l’intreccio della vicenda: decise, infatti, di adattare la storia utilizzando come base anche ‘Il Racconto dello Schiaccianoci ‘ di Alexandre Dumas padre, versione più poetica della prima, dalla stesura più confacente alle sue vedute ed a quelle del pubblico del tempo, in quanto stemperava gli elementi più inquietanti del racconto rendendo il tutto una deliziosa favola.
Petipa aveva trovato la giusta formula affinché il racconto di Dumas divenisse uno spettacolo di grande incanto, elaborando un libretto in cui la vicenda rimaneva in secondo piano rispetto all’atmosfera fiabesca del Natale nella quale esaltare i sentimenti d’amore ed una gioiosa nostalgia.
Per completare il progetto si rivolse a Petr Ilic Cajkovskij che nel 1875 aveva incontrato il mondo del balletto presentando a Mosca – senza particolare successo a causa della complessa partitura- ‘Il lago dei cigni’.
Non sfuggiva a Petipa la raffinatezza timbrica e la suggestione ritmica del grande musicista ed infatti il secondo balletto, ‘La bella addormentata’, scritto nel 1890 dal compositore su invito del direttore dei Teatri Imperiali Ivan Vsevoložskij si rivelò un trionfo e convinse il musicista a tentare una terza avventura con ‘Lo schiaccianoci.’
L’opera fu ultimata nel luglio del 1891 ma, prima di dar corso all’orchestrazione dell’intero balletto, l’autore decise di estrapolarne alcuni numeri per la Suite sinfonica che diresse il 7 marzo 1892 a San Pietroburgo con esito trionfale. Con questo lancio e il successo della precedente opera, il duo Cajkovskij-Petipa si avviò verso un’altra straordinaria avventura da lasciare alla storia della musica e dell’arte.
La prima parte del concerto ci ha presentato un compositore che il pubblico non aveva mai ascoltato ed un’opera di non certo facile ascolto: è stato comunque interessante, grazie anche alla bravura del M° Gnocchi.
Nella seconda parte -forse perché costituita da un collage di brani ‘non collegati tra loro’ e complice la non felice acustica dello ‘Sperimentale’- l’Orchestra ‘Rossini’ mi è apparsa poco vitale e sottotono ma il bis costituito come ogni anno dall’ouverture di ‘Guglielmo Tell’ ha infuso allegria, ritmo e buonumore al pubblico che ha applaudito lungamente tutti i musicisti.
Il concerto di Capodanno è racchiuso in ‘Sinfonica 3.0’, la stagione invernale organizzata dall’ensemble pesarese guidata dal presidente Saul Salucci ed organizzata assieme all’Assessorato alla Bellezza del Comune di Pesaro ed all’azienda Xanitalia che da 10 anni è al fianco dell’OSR nel sostenere l’arte e la cultura sul territorio.