Alla sua seconda prova d’autore, Giorgio Maggioni sceglie di rimanere ancora entro i confini del mondo digitale, il suo contesto specifico essendo egli esperto e sviluppatore di modelli di business on-line, nonché docente di Web marketing per l’internazionalizzazione d’impresa.
L’autore di “Più badili meno tastiere” ha ragionato sulla dicotomia lavoro manuale/lavoro digitale, indagando scritti e riflessioni di esperti del settore, mettendo a confronto ipotesi e tesi, concludendo con un finale aperto, con la saggezza di chi sa che ciò che oggi è dogma domani potrebbe non esserlo più.
Tutto ruoto intorno alla comunicazione
La comunicazione è il punto di partenza del lavoro dell’autore consapevole di averlo parte smarrito in parte, chiusi nelle nostre stanze di fronte a un pc, al quale deleghiamo la funzione di creare legami molteplici. Giorgio Maggioni plana radente su molti contesti quotidiani su cui è bene riflettere, dalla scuola al lavoro, dalla medicina al sesso, all’interno dei quali si evidenzia in particolar modo il conflitto tra un mondo reale e uno virtuale.
“Il primo conflitto è quello che può essere percepito dai nostri cinque sensi – spiega Giorgio MAGGIONI, autore del libro e CEO WebMarketingMedia di Osnago – e prevede che ci siano sempre un emittente e un ricevente che si scambiano gesti, parole, mimica facciale e corporea nel momento in cui comunicano. Il secondo è il mondo del possibile, quello che si può riprodurre facendo uso di strumenti elettronici e informatici, come un computer o uno smartphone”
Separati da uno schermo diamo il meglio o il peggio di noi stessi?
Dipende dalle situazioni: l’autore attraverso il suo saggio ci dimostra che non è tutto o bianco o nero, ma che esistono zone d’ombra dove il grigio domina.
L’autore richiama in alcune occasioni il pensiero di Z. Bauman, uno dei più eminenti filosofi del secolo scorso, per definire il mondo contemporaneo come una società liquida, in cui i confini si disperdono l’uno nell’altro e frenesia, incertezza e insicurezza hanno il sopravvento.
“C’è un principio così semplice da apparire banale e scontato, ogni volta in cui ci si appresta a scandagliare questo universo parallelo del virtuale, e cioè che gli strumenti tecnologici non sono di per sé il diavolo o l’acqua santa – continua MAGGIONI – è l’uso che noi ne facciamo a renderli pericolosi o utili, se non indispensabili, nelle nostre giornate”
Bambini imprigionati
Il lockdown li ha letteralmente chiusi in casa, rendendoli protagonisti della DAD, la didattica a distanza che ha sostituito, obtorto collo, quella in presenza. Si sono ritrovati di fronte a insegnanti che non hanno un reale contatto con loro, che non percepiscono le loro difficoltà, che li vogliono immobili per tre/quattro ore di fronte a uno schermo, che non possono più regalare loro la magia dell’intervallo, col panino o la brioche e le chiacchiere sul loro mondo.
“Il successo di applicazioni come TikTok, che si rivolge proprio ai giovanissimi, non è un segnale positivo. Lo sarebbe di più una loro voglia incontenibile di correre su un campetto da calcio – incalza MAGGIONI – o di fare una gita in bicicletta con le amiche. Oltre a maturare l’asocialità, essi talora si associano in gruppi, vere e proprie gang virtuali, per deridere coetanei e coetanee, distruggendo la loro forza identitaria, spingendoli a volte verso folli esperienze estreme o verso l’annullamento definitivo di sé. Lo strumento tecnologico non trasforma ogni adolescente in un soggetto a rischio, ma aiuta qualora sfugga al controllo adulto e alla regola del danno creato dall’eccedenza”.
Anche gli adulti rivelano le loro mancanze o debolezze
invece di costruire relazioni reali si rifugiano nei siti di incontri si identificano con degli improbabili avatar, ipotizzano ruoli inesistenti nel reale, fuggono dalla realtà servendosi di una tastiera: questo si può definire un vivere soddisfacente?
“Gli anziani, invece, analfabeti digitali, sono coloro ai quali si rivolge un nuovo settore, quello della medicina filtrata attraverso una Intelligenza Artificiale: può diventare un aiuto straordinario – conclude MAGGIONI – a patto che non sostituisca l’umanità del medico che non nega mai un sorriso o una stretta di mano calorosa ad un suo anziano paziente in fase di criticità”.
L’equilibro tra gli estremi
In conclusione delle sue riflessioni, Giorgio Maggioni propone la necessità del lavoro manuale come medicina del corpo e dello spirito, rifacendosi anche a teorie illustri in proposito: se non ci piace il badile per rivoltare la terra dell’orto abbiamo a disposizione il lavoro a maglia, il bricolage, l’uncinetto o qualsivoglia altra simile attività, purché venga abbandonata per un po’ la tastiera del pc.
In medio stat virtus: cercatelo, come ci esorta a fare l’autore, questo equilibrio tra gli estremi, anche se non è facile, ma una vita più serena vale bene il faticoso tentativo.
CHI E’ GIORGIO MAGGIONI
• 52 anni, vive a Osnago (LC), sposato, ha una figlia, 2 cani e 1 gatto
• E’ stato uno dei primi a lavorare con il web
• La sua attuale azienda http://www.webmarketingmedia.it/web-marketing-media-web-strategy.php è nata 10 anni fa. Ci lavorano ben 12 professionisti che si occupano di settori diversi. Maggioni (CEO dell’azienda) si occupa della parte strategica dei progetti
• E’ docente di scuola tecnica di web marketing e internazionalizzazione di impresa a
o Como c/o IATH http://www.iath.it/it/scuola
o Bergamo c/o Job Academy https://jac-its.com/en/
• E’ autore del libro “SEO MEO PEO”