Dopo 40 anni di attività lo scorso 28 febbraio 2021, a causa dell’emergenza di Covid-19, la storica sala di Roma diretta dal regista Silvano Agosti ha spento per sempre i suoi proiettori, stroncata dalla crisi pandemica. Aperto nel 1983, il Cinema Azzurro Scipioni è stato e rimarrà per sempre il simbolo di un cinema indipendente e d’autore, preservato, promulgato e diffuso da Agosti con tutte le sue forze. Un luogo fondamentale per tutti coloro siano legati al settore della cinematografia e la cui attività, è stata omaggiata dal video realizzato da Alberto Molinari.
In onore a Silvano Agosti e al suo continuo lavoro di divulgatore della cultura del cinema, la collecting Artisti 7607, che svolge l’attività di amministrazione e intermediazione dei diritti connessi al diritto d’autore spettanti agli artisti interpreti ed esecutori, ha reso omaggio ad Agosti ed alla sala in Via degli Scipioni, «Un punto di riferimento per il vero cinema», dichiara Silvano nella video-intervista diretta da Molinari e, prosegue, «Bisogna consolarsi tutti perché io non credo che si possa uccidere la cultura. Non si uccide l’oceano dando delle coltellate all’acqua».
L’intervista ha ripreso gli ultimi momenti di vita del luogo, attraverso immagini intimistiche ma con uno spirito anche documentaristico. Nella video-anteprima pubblicata su YouTube sul canale della collecting, Agosti racconta e si racconta all’interno della sala azzurra per l’ultima volta, pochi giorni prima della chiusura di un luogo che resterà per sempre nella memoria di tutti i cinefili e i lavoratori legati al mondo del cinema. In un ulteriore passaggio Silvano, con tono poetico, sottolinea quanto sia stata fondamentale per lui l’attività, dichiarando che, «L’Azzurro Scipioni ha creato me e io ci sono e sono come sono perché è nato l’Azzurro Scipioni» e ringraziando la collecting per il gesto fatto nei confronti del cinema. «Artisti 7607 è stata l’unica associazione che ha avuto, senza che nessuno glielo chiedesse, la generosità di contribuire a tenere un po’ più a lungo in vita questa sala e per questo, io offro un fiore. Uno dei 30 fiori che ho messo tra le 100 poltrone su cui era possibile sedersi per vedere un film. Perché io mi ero illuso che bastasse un fiore».