Le Solite Scuse, il primo disco del cantautore pugliese Grecale, è un viaggio personale che va alle origini dell’uomo e dell’artista, delle sue origini e delle sue tradizioni, profondamente legato ad una Puglia calda, sacra e rigogliosa.
Nel breve album è centrale il concetto di tradizione, un dogma religioso che permea il terreno e che si scontra con una contemporaneità che non ne accetta la durezza, un eterno rapporto conflittuale, dolce e amaro, folclore e sentimento.
Sette brani dalla gestazione lunga e travagliata che insieme rappresentano un percorso nel ricordo di ciò è si perso nel tempo, di tutto quello a cui non si è mai detto Addio. Un’esperienza di scrittura emotivamente importante in cui il passaggio al cantato in italiano, dopo il precedente progetto in inglese Party Animal, ha definito una vera e propria messa a fuoco del pensiero dietro ogni composizione.
Tutti i pezzi sono stati composti con chitarra e voce ma nella produzione si è voluto sottolineare il legame geografico. Il collante dei pezzi è la presenza di campioni delle marce funebri tradizionali dei riti pasquali della settimana santa. La tromba presente in Gelsi è un campione estrapolato della marcia funebre “Jone” mentre in Venerdì sono presenti clarinetti trattati come fossero dei synth.
Tracklist
1 – Mai. Quando si è stanchi di partire, di tagliare i ponti con chi ti è vicino c’è sempre una “preghiera che filtra dentro”, quella di scorgere il proprio futuro che anche se lontano riesci a prefigurarlo perché è una strada delineata da te stesso, in cui bisogna vivere per le proprie idee.
2 – Venerdì. La perdita di una persona che il vento primaverile ti fa sentire ancora addosso. Il giro di accordi sulla chitarra si ispira in un certo modo alle processioni pasquali, quando le madonne vestite di nero escono per le strade dei piccoli paesini seguite da donne con “occhi stanchi”. Un momento in cui la solennità viene messa da parte per far scaturire una vulnerabile umanità. Una forma diversa di amore, non legata alla fede ma ad un fondersi di cuori, di intenti, un contatto emotivo che unisce il dolore di tutte queste madri.
3 – Stupida. Nasce in un freddo inverno ma nonostante questo sprigiona un forte calore umano, come la fiamma di un camino davanti a cui ripararsi. Un brano fatto di contrasti, sempre in bilico fra due estremi, fra la concretezza degli scogli e la caducità delle onde, fra la carnalità dei corpi e la purezza degli spiriti.
4 – Le Solite Scuse. La title track del disco riprende il tema religioso del martirio di Santa Lucia accomunato al discorso più ampio del femminicidio. Quando il 13 dicembre, nei piccoli paesini pugliesi, si festeggia la santa vengono accatastati nel centro città dei tronchi e dei rami secchi creando così un falò. La tradizione popolare vedeva nel fuoco il martirio della santa e questo era un storia che spesso veniva raccontata dagli anziani ai più piccoli.
L’atrocità del supplizio è stata la molla che ha fatto unire la leggenda ai più recenti fatti di cronaca per continuare a parlare di un tema sempre più importante che spesso viene lasciato al margine della società.
5 – I Muri di Casa. Una serie di gesti quotidiani, affettuosi quanto abitudinari, che collegano strettamente la relazione dei protagonisti al luogo in cui abitano, in cui la relazione si svolge. Un collegamento mai così viscerale come di questi tempi, in cui lo scenario diventa uno degli attori in gioco e spesso il ‘dove’ sovrasta il ‘chi’ e il ‘come’. Le mura in quanto luoghi rassicuranti, custodi e spettatori di una storia d’amore possono essere al tempo stesso impedimenti, limiti, confini.
6 – Gelsi. Il pezzo richiama nel testo il paesaggio pugliese con i suoi “chilometri di grano.. baciato dal sole”. Richiama il calore che si prova quando il vento in estate muove i capelli durante una passeggiata sulle Murge per aprirsi infine sullo sguardo di un “mare in tempesta” che si vede da lontano unito al cielo completamente libero da nuvole.
7 – Abbracciami. Grecale nasce nel momento in cui viene scritto questo ultimo pezzo composto in una stanza buia di una Torino invernale. Ci si perde nella dolcezza del testo e si torna a casa lasciandoci condurre dalle parole che, come briciole, ci portano al ricordo di un abbraccio e si torna bambini. Un pezzo con solo piano e voce per avvolgere, una fotografia che delinea le radici e il ritorno al proprio passato. Con questo pezzo è scattato un meccanismo per cui si è voluto guardare e descrivere la propria terra di origine.
Biografia:
Grecale è un contenitore di sensazioni e suoni unite alle parole, un Nu-folk che profuma di campi di grano al tramonto, di spazi intimi ed evocativi e di mare e ci parla di ritorni al sud, di ritorni a noi stessi, all’animo più sincero delle cose.
Grecale è il nuovo progetto di Andrea Chiapparino, il secondo volto di una stessa medaglia. Andrea, dopo aver scritto e composto per anni in inglese sotto il moniker di Party Animal, ha trovato una seconda via nell’italiano, unendo i suoi ascolti più attuali ed esterofili con quelli più classici e nostrani, le sue origini pugliesi con la sua passione per l’iconografia cristiana e per il folclore religioso.
Influenze: Niccolò fabi, colapesce, Mac De Marco, Colombre.
Credits: Testi e musica di Andrea Chiapparino
Registrazione, mixato e master di Dario Tatoli al “REH” Studio (ad eccezione del Master di Venerdì di Giovanni Versari presso “La Maestà”)