Siamo soliti associare questa parola al cambiamento. Ai grandi ideali storici. TAVO nel nuovo singolo attribuisce a “Rivoluzione” il significato di imperturbabilità di rigenerazione dopo la sconfitta, dopo il dolore. La capacità di resistere. Di tornare al punto esatto di partenza come esseri immutabili. Inossidabili.
Spiega l’artista a proposito del suo nuovo inedito: «Ho visto combattere una delle più grandi battaglie a una persona a me molto cara. Mi sarei aspettato di vederla fragile, di doverle stare accanto per raccogliere i pezzi che avrebbe perso lungo la strada, per sorreggerla. Invece ho capito che lei stessa “era davanti a tutti quanti”. Mi sono sentito piccolo. In questa canzone, ho solo osservato, nella speranza, un giorno di avere parte di quel coraggio. Sono stato lo spettatore del più grande documentario e lettore del più grande libro sull’umanità e sul coraggio».
Il video ufficiale del brano, diretto da Lorenzo Chiesa, fortemente ispirato all’universo del teatro, vede protagonista Tavo che invita l’ascoltatore a non avere paura e a buttarsi nel prendere quelle decisioni scomode, che spesso ci sembrano uno scoglio insormontabile. Durante il videoclip, la location teatrale si alterna a un paradiso naturale simbolo della massima libertà interiore e esteriore. Solo affrontando quello che ci trasmette paura e che ci rende insicuri possiamo dire di sentirci veramente liberi e padroni di noi stessi. In quei pochi istanti si sta compiendo la Rivoluzione di ognuno di noi.
Biografia
Francesco Taverna, in arte TAVO, è un cantautore alessandrino classe 1993 che figura tra gli artisti emergenti del panorama indie pop italiano. Dopo il suo primo concerto, al Circolo Ohibò di Milano, TAVO trova presto spazio su palchi come Rocket club (Linoleum), Spaghetti Unplugged, Le Mura, Tendenze Festival, Radical Sheep Festival, Arezzo Wave e molti altri, ottenendo riconoscimenti come “Miglior performance live”.
Presenta il nuovo tour 2020 in un concerto con i Sick Tamburo presso il Lab Alessandria.
Viene definito su riviste e pagine di settore (rockit.it, Rumore, Le Rane…) come “Uno tra i profili più interessanti del panorama indie italiano” con il suo album d’esordio “Funambolo” (Noize Hills Records, 2018), una raccolta di melodie leggere e testi falsamente ironici che dipingono situazioni di vita dall’equilibrio instabile.
Il nuovo EP di TAVO dal titolo “Theia” (Noize Hills Records) è disponibile dal 5 maggio 2020, ottenendo programmazioni radiofoniche (Radio Rai 1, 2, isoradio, ecc.) e posizionamenti rilevanti in TIM Music.
Il videoclip di “Gange” viene pubblicato in anteprima esclusiva per Billboard Italia. Da aprile collabora con Levi’s Italia (“Live 501”) e Borsalino. Finalista al Premio Lunezia 2020.
LA NOSTRA INTERVISTA A TAVO:
– Cosa significa per te “Rivoluzione”?
In questo singolo ho attribuito alla parola rivoluzione ill significato imperturbabilità. Di rigenerazione dopo la sconfitta, dopo il dolore.
Rivoluzione è, per me, la capacità di tornare al punto esatto di partenza come esseri immutabili. Inossidabili.
In questo singolo ho attribuito alla parola rivoluzione ill significato imperturbabilità. Di rigenerazione dopo la sconfitta, dopo il dolore.
Rivoluzione è, per me, la capacità di tornare al punto esatto di partenza come esseri immutabili. Inossidabili.
– Credi che sia una parola adatta per questo momento storico o è più una questione personale?
Tutti quanti necessitiamo di una rivoluzione dopo questo periodo storico/sociale. Siamo stati vittime inconsapevoli di una rivoluzione e ora la “rivoluzione” è la sola via d’uscita.
– È stato facile divenire il musicista che sei ora?
Mi sento al primo gradino di una lunghissima scalinata, ho tantissimo ancora da vedere e imparare. Ma sono 12 anni che sbatto la testa nel settore musicale. Perciò ti direi “no, è un lavoro che comporta tanti sacrifici.
– Qual è il tuo rapporto con gli strumenti musicali?
Suono la chitarra da quando ho 12 anni. Inizio questo “mestiere” da chitarrista prima ancora di scrivere canzoni. Oggi suono un pò di tutto, piano, basso, batteria… ovviamente male.
Suono la chitarra da quando ho 12 anni. Inizio questo “mestiere” da chitarrista prima ancora di scrivere canzoni. Oggi suono un pò di tutto, piano, basso, batteria… ovviamente male.
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