53,6 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici in un solo anno, ma cresce il numero di persone che sceglie devices rigenerati. Refurbed: “Necessaria una maggior informazione a riguardo. Il 68% degli italiani vorrebbe avere un dispositivo rigenerato, ma solo il 10% ne possiede uno”.
Produciamo troppi rifiuti elettronici, e il loro volume aumenta di anno in anno. A confermare quello che, in fondo, era già sotto gli occhi di tutti è il Global E-waste Monitor 2020, il report pubblicato annualmente dalle Nazioni Unite. Sarebbero ben 53,6 milioni le tonnellate di rifiuti elettronici prodotte solo nel 2019, con un aumento del 21% in soli cinque anni.
Se non cambieremo qualcosa nelle nostre abitudini di consumo, di questo passo entro il 2030 raggiungeremo 74 milioni di tonnellate, arrivando a raddoppiare la mole di rifiuti elettronici prodotti annualmente in appena 16 anni. Ciò che, però, fa ben sperare è che negli ultimi anni sta aumentando anche il mercato dei prodotti ricondizionati, che consentono non solo di limitare il volume dei rifiuti elettronici, ma anche il costo economico e ambientale connesso alla produzione di dispositivi nuovi.
Le stime ONU prevedono che entro il 2022, il valore del mercato dei ricondizionati arriverà a valere 100 milioni di euro, raddoppiando in appena cinque anni. Il trend è confermato anche da Refurbed, startup che si occupa di prodotti tecnologici rigenerati, equiparabili ai nuovi per prestazioni. Dal 2017, anno della sua fondazione, ad oggi, Refurbed ha visto raddoppiare di anno in anno il volume delle richieste da parte degli utenti. Secondo i fondatori dell’azienda ad incidere su questo rapido incremento è da un lato un crescente interesse per l’ambiente da parte dei consumatori, dall’altro una maggiore e migliore informazione circa questi prodotti.
“I prodotti rigenerati nella maggior parte dei casi offrono prestazioni equivalenti a quelli nuovi, con l’ulteriore vantaggio di un risparmio economico e per l’ambiente. – Hanno detto Peter Windischhofer, Kilian Kaminski e Jürgen Riedl, fondatori di Refurbed – In Italia 68% dei consumatori vorrebbe averne uno, eppure solo il 10% ha realizzato l’acquisto. Questo è dovuto al fatto che ci sono ancora molte persone diffidenti a riguardo di questi prodotti, pensando che possano dare problemi o che poi non si possa usufruire di garanzia e assistenza, o non sanno dove acquistarli in sicurezza. Refurbed permette di avvicinarsi al mondo dei ricondizionati senza rischi, grazie ai 30 giorni di prova, alla formula 100% soddisfatti o rimborsati e alla garanzia minima di 1 anno. È necessaria una maggiore informazione circa queste tematiche. Ci siamo resi conto che, una volta comprese le reali potenzialità dei ricondizionati e i servizi ad essi spesso collegati, quasi tutti si dichiarano favorevoli all’acquisto. Facendo un’indagine tra i nostri clienti, abbiamo riscontrato che solo il 10% di loro era favorevole ad acquistare prodotti ricondizionati prima di conoscerci. Eppure, quasi il 100%, torna a fare altri acquisti”.