Ezio Bonanni (Osservatorio Nazionale Amianto): “troppe volte assistiamo a casi di archiviazioni frettolose e a procedure lunghe ed estenuanti. Si deve dare rapida giustizia ai militari vittime di patologie asbesto correlate“.
Roma, 17 giugno 2020 – Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Padova, Margherita Brunello, ha rigettato la richiesta di archiviazione del PM, Marco Brusegan, e ha disposto il proseguimento delle indagini sulla morte per mesotelioma da esposizione ad amianto di S.T., M.llo Maggiore della Guardia di Finanza.
Il finanziere ha svolto servizio per 26 anni prima presso la sede di Mestre, poi dopo in quella di Venezia e nell’aprile del 2018 si è ammalato di mesotelioma pleurico maligno epitelioide riconducibile solo all’esposizione alla fibra killer privo di protezioni mentre era in servizio, e che, il 20 dicembre 2018, ha provocato la sua morte tra atroci sofferenze lasciando moglie e tre figli. Per questa ragioni la vedova ha presentato denuncia penale presso la Procura della Repubblica di Padova conferendo incarico al Presidente dell’Osservatorio Amianto, Avv. Ezio Bonanni, che vanta una lunga esperienza nella tutela dei militari esposti ad amianto, tra i quali quelli della GdF, per ottenere il riconoscimento della causa di servizio, lo status di vittima del dovere, la costituzione delle relative prestazioni previdenziali, il risarcimento del danno, oltre alla punizione dei colpevoli anche in sede penale.
Territorialmente è competente il Tribunale di Padova, presso il quale, peraltro, sono state attivate le indagini sul caso Antonio Dal Cin, poi riconosciuto per causa di servizio e vittima del dovere, in quanto malato di asbestosi pleurica, ora in gravi condizioni di salute.
Noncurante delle evidenze relative all’esposizione del deceduto alla fibra killer ed altri cancerogeni il Sostituto Procuratore della Repubblica, Marco Brusegan, titolare delle indagini, ha richiesto l’archiviazione respinta dal G.i.p. che, dopo aver ascoltato i difensori nel corso dell’udienza, ha ordinato al PM di sentire tra i testimoni i familiari e gli ex Colleghi e, soprattutto, di disporre una consulenza tecnica medico-legale, in quanto “le sue conclusioni debbono essere riscontrate da quelle di uno specialista nel settore medico-legale”.
Il servizio nella Guardia di Finanza, specialmente a Mestre e Venezia, come giĂ accertato per il commilitone G.M., anch’egli deceduto per mesotelioma dopo un periodo di servizio a Venezia e Chioggia, ha comportato, specialmente per gli anni antecedenti l’aprile del 1993, data di entrata in vigore del divieto di utilizzo di amianto, elevata esposizione a polveri e fibre di amianto.
“Troppe volte abbiamo assistito a casi di archiviazioni frettolose, e in sede amministrativa a procedure lunghe ed estenuanti. Invece ritengo che si debba dare rapida giustizia ai militari vittime di patologie asbesto correlate, e in particolare di mesotelioma, come nel caso del M.llo Maggiore S.T. i cui familiari sono ancora in attesa quanto loro dovuto. Per questi motivi sollecitiamo, oltre alla bonifica di quanto fosse ancora contaminato, anche ad un veloce iter di riconoscimento per tutte le vittime e i familiari, e procedure piĂą snelle e coerenti“, dichiara Bonanni, componente, tra l’altro, della Commissione Amianto del Ministero dell’Ambiente.
Tutti coloro che ne hanno necessità possono rivolgersi al dipartimento ONA di tutela delle vittime del dovere (https://www.osservatorioamianto.com/vittime-del-dovere/), e al dipartimento specifico di assistenza dei militari della GdF esposti ad amianto e ad altre condizioni di rischio (https://www.osservatorioamianto.com/dipartimenti/forze-armate-e-comparto-sicurezza/guardia-di-finanza/) o attraverso il sito istituzionale (https://www.osservatorioamianto.com/)
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