Un webinar il 18 giugno per presentare i risultati dell’indagine di Fondazione Libellula: 1 donna su 3 durante la quarantena dichiara di essersi occupata prevalentemente lei dei figli, solo 1 uomo su 100 dichiara lo stesso.
Fuori dall’orario lavorativo le donne si sono dedicate principalmente alle faccende domestiche, gli uomini all’intrattenimento. Molti e molte si sentono stanchi, apatici, con disturbi di concentrazione e paure.
La quarantena ha stravolto le vite di tutti, ma l’emergenza sanitaria sta avendo un impatto diverso sulle donne. Questo viene confermato dai dati emersi dell’indagine realizzata da Fondazione Libellula, attiva nella lotta alla violenza e alla discriminazione di genere.
I risultati dello studio saranno presentati giovedì 18 giugno 2020 alle ore 10:00 nel corso del webinar gratuito “Donne e uomini in quarantena: lavoro, benessere ed emozioni”, aperto a tutti i responsabili HR, D&I, Welfare, Marketing o Comunicazione delle aziende, previa iscrizione al link: https://bit.ly/2BdVXg1
Scopo dell’indagine è stata analizzare l’incidenza del lockdown su atteggiamenti, comportamenti ed emozioni di uomini e donne, per avere una fotografia del momento che consenta di evitare che l’emergenza riporti in vita gli anni 50 per quanto riguarda la situazione femminile. Dalle risposte, infatti, emerge che nelle coppie 1 donna su 3 si è prevalentemente occupata lei dei figli e delle figlie durante la quarantena, mentre solo 1 uomo su 100 ha dichiarato di aver fatto lo stesso. Al di fuori dell’orario lavorativo, le donne affermano di essersi dedicate principalmente alle faccende domestiche e alla cura della casa, mentre gli uomini all’intrattenimento.
MetĂ degli intervistati e delle intervistate, invece, percepisce il carico di lavoro in smart working come aumentato, con un relativo senso di maggior affaticamento. Inevitabili, dunque, forti ripercussioni psicologiche sulla maggior parte della popolazione, in particolar modo femminile. Per le donne ansia, frustrazione e tristezza sono state tra le emozioni prevalenti in quarantena. E non sembrano essere svanite del tutto, soprattutto se legate al mondo del lavoro: molte le donne pensano di dover rinunciare alle proprie ambizioni di carriera; un timore che, al contrario, tra gli uomini non sembra essere molto diffuso.
Molti, a prescindere dal genere, si sentono più stanchi, hanno sperimentato apatia e disturbi di concentrazione e provano un sentimento di paura rispetto al rientro. Per questo motivo è importante, per le aziende, individuare buone prassi da prendere come esempio, e attuare politiche che permetteranno di ascoltare nella fase di ripartenza i bisogni e le esigenze di uomini e donne per costruire organizzazioni realmente inclusive.