Sono stati messi a dimora 500 abeti e larici in Val di Fiemme, una delle zone colpite dalla spaventosa tempesta Vaia del 2018.
L’obiettivo ad oggi è la ripiantumazione di 7 mila alberi.
Si è conclusa con successo la prima ripiantumazione di 500 abeti e larici avvenuta venerdì 22 maggio in Val di Fiemme: la startup VAIA, Etifor e la “Magnifica Comunità di Fiemme” si sono unite per far rinascere e ristabilire l’equilibrio ambientale nelle foreste delle Dolomiti, devastate dalla spaventosa tempesta Vaia del 2018. Adesso l’obiettivo della start-up, fondata dal trentino Federico Stefani, dal veneto Paolo Milan e dal siciliano Giuseppe Addamo è la messa a dimora di 7 mila alberi, tanti quanti sono i Vaia Cube venduti al momento.
Le fasi di questo primo step avvenuto la settimana scorsa prevedono la pulizia del bosco, l’impianto dei giovani alberi e/o assistenza alla ricrescita naturale delle piantine rispettando il piano di gestione forestale regionale; manutenzione del bosco e miglioramento delle infrastrutture del bosco danneggiate (sentieri, aree sosta, etc.), certificazione FSC (Forest Stewardship Council) della foresta e identificazione GPS delle aree di progetto. Con Etifor sarà garantito il rispetto degli standard FSC, la buona gestione della foresta e la quantificazione degli impatti positivi per la cattura e conservazione della CO2 e degli effetti positivi nella lotta contro il cambiamento climatico.
Tutto questo è stato possible grazie alla missione della start-up dei tre giovani imprenditori under 30 (inseriti nella prestigiosa classifica dei “100 giovani leader del futuro” stilata da Forbes Italia per il 2020 nel settore “impresa sociale”): restituire quanto tolto alla natura valorizzando una preziosa materia prima dando vita all’amplificatore passivo Vaia Cube, una cassa per smartphone realizzata dal legno degli alberi abbattuti dalla tempesta dai designer Alice Tonelli, Gabriele Motter e Giorgio Leonardelli (designer e artigiano).
Il progetto, che ha ricevuto grandissima attenzione dalla stampa nazionale in modo trasversale dati i temi che abbraccia (design, ambiente, sostenibilitĂ , tecnologia, musica, arredamento) nasce dalla volontĂ di “ trovare una soluzione concreta alla problematica di tutti questi alberi abbattuti e ormai inutilizzabili per le grandi strutture” – spiega Federico Stefani, co-founder di Vaia – “Da qui l’idea di usare quel legno, considerato ormai inutilizzabile, per creare un oggetto di design, il VAIA CUBE, che potesse anche lanciare un messaggio forte e allo stesso tempo sostenere la ripresa del territorio.”
Ogni Vaia Cube, realizzato dal legno dell’Abete della Val di Fassa, un pregiato tipo di abete rosso usato da sempre per costruire i violini, è un pezzo unico e permette di propagare in maniera completamente naturale qualunque suono inserendo al suo interno il proprio smartphone: “Per noi si tratta di una metafora forte e concreta, una cassa attraverso la quale amplificare ulteriormente il grido di aiuto della natura e mantenere alta l’attenzione sul cambiamento climatico” prosegue Federico Stefani “creando allo stesso tempo un progetto sostenibile.”
Torna quindi l’obiettivo iniziale di Vaia, quello di creare un modello circolare e sostenibile di business (la cassa viene realizzata da artigiani e falegnami locali): da un lato recuperare le materie prime e dall’altro restituirle all’ecosistema compromesso, non andando a pesare sul territorio e sul fabbisogno di risorse naturali.
L’idea del team di Vaia è di applicare questo modello circolare ogni qualvolta ci sia un problema ambientale, uno spreco o un’emergenza dovuta al cambiamento climatico. L’obiettivo è quello di intervenire producendo oggetti di design che non vadano a compromettere ulteriormente l’ecosistema e che siano funzionali a riqualificare i territori che sono stati colpiti.
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