ESCE IL DOCU-FILM “IN UN FUTURO APRILE”
VIAGGIO ALLA SCOPERTA DEGLI ANNI FRIULANI DI PIER PAOLO PASOLINI ATTRAVERSO LA VOCE DI NICO NALDINI
PRODOTTO E GIRATO IN FRIULI, SARÀ PRESENTATO IN ANTEPRIMA ITALIANA AL BIOGRAFILM FESTIVAL DI BOLOGNA (5-15 GIUGNO 2020)
Esce il documentario “In un futuro aprile”, viaggio alla scoperta degli anni giovanili di Pier Paolo Pasolini attraverso la voce di suo cugino, lo scrittore e poeta Nico Naldini, diretto da Francesco Costabile e Federico Savonitto. Sarà presentato in anteprima italiana al Biografilm Festival 2020 (Bologna, 5-15 giugno), in concorso nella sezione “Biografilm Italia”(le date di proiezione precise non sono ancora state comunicate per nessun film in concorso; il festival sarà online su piattaforma MyMovies e a partire dal primo giugno sarà possibile prenotarsi per le proiezioni)
Il film è prodotto da Altreforme di Udine – che dal 2002 si occupa di ricerca e sviluppo nel settore dell’arte contemporanea, collaborando con musei e fondazioni e organizzando eventi artistici e che nel 2008 ha iniziato l’attività di produzione di video e documentari di creazione, per lo più in ambito artistico, storico e culturale – in associazione con il Centro Studi Pier Paolo Pasolini, Cinemazero, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Kublai Film.
Realizzato nel 2019, girato a Casarsa e nei luoghi pasoliniani friulani (per creare scene di evocazione sono state utilizzate delle comparse ) ci riporta agli anni Quaranta, quando il giovane Pasolini nel paese di sua madre. In quel periodo scopre il paesaggio friulano, la lingua e le tradizioni del mondo contadino e sperimenta le prime avventure amorose con alcuni giovani del posto. Il contatto con questa realtà lo porta anche all’impegno politico nel Partito Comunista e all’esperienza dell’insegnamento scolastico. La vita di Pier Paolo e la storia di quegli anni scorrono attraverso la voce di Naldini, svelando due percorsi di vita inevitabilmente connessi. Entrambi, in quel momento, assorbono la violenza estetica ed erotica di un mondo sconosciuto, che si svela nella sua cruda realtà: un universo che influenzerà tutta la successiva opera pasoliniana.
“In un futuro aprile – dicono nelle note di regia Francesco Costabile e Federico Savonitto – è il racconto della nascita della produzione poetica di Pasolini, della sua formazione, dell’impegno politico e pedagogico e dei suoi primi scandali. L’impianto registico cerca di ricostruire da un lato il racconto biografico dell’artista, attraverso i documenti e la testimonianza di Nico Naldini, dall’altro di rievocare la dimensione poetica dei suoi testi attraverso una partitura visiva – quasi musicale – che accompagna tutto il documentario. A questo proposito abbiamo adottato uno stile di regia piuttosto asciutto ed evocativo, per non cadere nel classico prodotto di ricostruzione storica da docu-fiction. Anzi il Friuli di oggi, il suo contrasto con il passato, è protagonista di questo lavoro, come a testimonianza di ciò che resta e di ciò che è andato irrimediabilmente perduto”.
Il film ha ottenuto il supporto del Fondo Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, FVG Film Commission, Fondazione Friuli ed è distribuito a livello internazionale da CAT&Docs (Parigi).
I REGISTI
Francesco Costabile (Cosenza, 1980) dopo la laurea al DAMS Cinema di Bologna si diploma in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Il suo cortometraggio L’armadio ha ricevuto una menzione speciale ai Nastri d’Argento 2005 ed ha vinto il premio “Visioni Emiliane” a Visioni Italiane 2006. Il cortometraggio Dentro Roma ha vinto il Nastro d’Argento 2006. Il documentario L’abito e il volto – Ritratto di Piero Tosi ha vinto il premio del pubblico al Biografilm Festival 2010.
Federico Savonitto (Udine, 1981) dopo la laurea in Scienze della Comunicazione a Trieste si diploma in documentario al Centro Sperimentale di Cinematografia, sede Sicilia. Realizza i documentari La fine che non ho fatto (2011), La città sconosciuta (2013), La battaglia di Capo Bon (2017) e Pellegrino (2017), quest’ultimo selezionato al Biografilm Festival 2017 e al Trento Film Festival 2018.
IN UN FUTURO APRILE
PRESSBOOK
SINOSSI
Un viaggio alla scoperta degli anni giovanili di Pier Paolo Pasolini, attraverso la voce di suo cugino, lo scrittore e poeta Nico Naldini.
Durante gli anni Quaranta il giovane Pier Paolo Pasolini vive a Casarsa, in Friuli, nel paese di sua madre. In quel periodo scopre il paesaggio friulano, la lingua e le tradizioni del mondo contadino e sperimenta le prime avventure amorose con alcuni giovani del posto. Il contatto con questa realtà lo porta anche all’impegno politico nel Partito Comunista e all’esperienza dell’insegnamento scolastico. La storia di quegli anni viene raccontata da Nico Naldini, poeta e cugino di Pasolini. La vita di Pier Paolo scorre attraverso la voce di Nico, svelando due percorsi di vita inevitabilmente connessi. Entrambi, in quel momento, assorbono la violenza estetica ed erotica di un mondo sconosciuto, che si svela nella sua cruda realtà: un universo che influenzerà tutta la successiva opera pasoliniana.
NOTE DI REGIA
In un futuro aprile è il racconto della nascita della produzione poetica di Pasolini, della sua formazione, dell’impegno politico e pedagogico e dei suoi primi scandali. L’impianto registico cerca di ricostruire da un lato il racconto biografico dell’artista, attraverso i documenti e la testimonianza di Nico Naldini, dall’altro di rievocare la dimensione poetica dei suoi testi attraverso una partitura visiva – quasi musicale – che accompagna tutto il documentario. A questo proposito abbiamo adottato uno stile di regia piuttosto asciutto ed evocativo, per non cadere nel classico prodotto di ricostruzione storica da docu-fiction. Anzi il Friuli di oggi, il suo contrasto con il passato, è protagonista di questo lavoro, come a testimonianza di ciò che resta e di ciò che è andato irrimediabilmente perduto.
– Francesco Costabile e Federico Savonitto
INTERVISTA CON FRANCESCO COSTABILE E FEDERICO SAVONITTO
– Cosa vi ha spinto ad avvicinarvi al tema del documentario, ovvero un periodo poco conosciuto della vita di Pasolini?
Francesco Costabile
Ho scoperto i testi di Pasolini quando studiavo al Centro Sperimentale di Cinematografia e per me è stata una folgorazione. Amado Mio e Atti Impuri ritraggono un mondo ancora puro, incontaminato dal mondo borghese e dalla sfrenata corsa alla modernità. È l’amore incondizionato di Pasolini verso la sua terra e verso i giovani contadini friulani. Sono dei testi in cui Pasolini dichiara apertamente le sue scoperte sessuali, i suoi primi amori, e forse per questo sono rimasti così a lungo nel cassetto. Durante i miei studi cinematografici ho tentato di adattare Amado Mio nella forma del racconto breve cinematografico, ma con scarso successo. Una rappresentazione di quel mondo oggi è pressoché impossibile semplicemente perché quel mondo non esiste più, è stato cancellato. Dopo circa dieci anni, ho avuto la possibilità di riprendere questa ricerca attraverso l’ultimo testimone ancora in vita di quel mondo. Si tratta di Nico Naldini, cugino di Pier Paolo, scrittore e poeta, colui che più di tutti ha vissuto lo stesso humus poetico di cui si è nutrito Pasolini. Attraverso la sua voce – e i testi di Pier Paolo – ho cercato di far luce su un periodo della sua vita poco conosciuto. Un periodo fondamentale per capire l’intera opera pasoliniana.
Federico Savonitto
A Pasolini sono stato legato fin dall’adolescenza: sono cresciuto a Codroipo, un paese friulano che si trova oltre il fiume Tagliamento rispetto a Casarsa, il paese della madre di Pier Paolo Pasolini, così importante per la formazione dello scrittore. Mano a mano che l’esplorazione delle mie terre proseguiva mi rendevo conto che i luoghi che più amavo erano già stati luoghi pasoliniani: su tutti il letto del fiume Tagliamento. Vivendo da dodici anni in Sicilia, e sapendo quanto il primo periodo della sua vita sia davvero poco conosciuto, ho sempre voluto raccontarlo. Nel mio primo vero documentario, Diario Danisinni, prendevo spunto dalla forma di certe esplorazioni pasoliniane come Appunti per un film sull’India, e in parte da Comizi d’amore, relazionandomi a gruppi di persone filmate per indagare sul senso di vivere in un luogo rimasto a dinamiche interpersonali preindustriali. Anche negli altri miei lavori successivi, come La fine che non ho fatto e La città sconosciuta, Pasolini è stato sempre sempre presente in forma di archetipo o almeno come fonte di ispirazione. Quando Francesco mi ha proposto di lavorare direttamente sul periodo friulano di Pasolini non ci ho pensato due volte: non potevo sottrarmi da questa tappa del mio percorso.
– Dal film emerge un ritratto intimo del giovane Pasolini, attraverso i suoi stessi testi e diari. Da quali opere avete ricavato i testi e come avete scelto i brani da inserire?
Federico Savonitto
Quando sono entrato nel progetto Francesco aveva fatto già un lavoro di ricerca notevole. La selezione è stata fatta di comune accordo, prediligendo i due romanzi mai pubblicati in vita – Atti impuri e Amado mio – e i Quaderni rossi, altrimenti detti Pagine involontarie, i diari giovanili su cui sono basate le pagine dei due romanzi. Le pagine su cui abbiamo lavorato trasudavano vitalità e si prestavano ad una lettura filmica. È stato molto difficile trovare un attore che riuscisse ad interpretare gli aspetti che più ci interessavano di quelle parole: la scelta è ricaduta su Daniele Fior dopo una lunga serie di tentativi. Per le poesie invece abbiamo lavorato in modo completamente diverso, andando in alcuni casi a prediligere i contenuti e in altri il suono in sé: l’utilizzo onomatopeico che Pasolini fa della lingua friulana si prestava ad essere affidato a diverse voci, a seconda della situazione. Nel film si cita anche il romanzo Il sogno di una cosa, i cui testi che pure amiamo non vengono mai letti direttamente, per mantenere una certa compattezza nel racconto che sviluppiamo all’interno del film.
– Il documentario procede su più linee narrative: le voci di Pier Paolo Pasolini e Nico Naldini, il materiale di repertorio, le scene di ricostruzione e anche un lavoro di ricerca visiva sul paesaggio. Come avete combinato questi elementi?
Francesco Costabile
Il nostro film si articola su diverse linee narrative. I testi di Pasolini e la voce di Nico Naldini ci aiutano a ricostruire i percorsi poetici e biografici del poeta. Il repertorio apre degli squarci temporali verso quel mondo mentre il linguaggio della finzione è usato per dar forma ai testi di Pasolini. Tra queste linee narrative si articola un lavoro sul paesaggio, portato avanti soprattutto da Federico. Per noi è stato fondamentale esplorare quel paesaggio oggi, osservarne i cambiamenti, scovarne le resistenze. È stato un lavoro che ha presupposto un periodo di osservazione e di totale immersione nel paesaggio. Un’esperienza unica e necessaria per comprendere il vero senso dei versi di Pasolini. Sono testi e poesie fortemente materiche, la stessa lingua friulana è materia, suono, immagine. Nei versi di poesia c’è tutta la sintesi degli haiku giapponesi. Pura visione, essenza, mistero ed epifanica scoperta del reale.
Federico Savonitto
I filmati di repertorio hanno le origini più disparate: si passa da un documentario di Carlo Di Carlo al film Gli ultimi di Vito Pandolfi e Padre David Maria Turoldo. Nel mezzo ci sono riprese documentaristiche del fotografo Elio Ciol e del pittore Giuseppe Zigaina, vecchi documentari girati in Friuli e diversi Super 8 amatoriali girati a Casarsa. Molti materiali sono stati selezionati dagli archivi AAMOD e Home Movies. Ma soprattutto abbiamo avuto la fortuna di poter utilizzare alcuni tagli inediti di Medea, immagini meravigliose salvate per miracolo e giunte fino a noi attraverso Cinemazero di Pordenone. In alcuni casi era la tessitura del film a richiedere certe immagini, in altri casi era il ritrovamento di alcuni fotogrammi ad ispirare la nascita di una sequenza.
– Qual’è stato il vostro sguardo sul paesaggio friulano, cosa cercavate?
Federico Savonitto
Con Francesco cercavamo quei rari casi in cui il mondo rurale tanto amato da Pasolini era miracolosamente sopravvissuto. Quel mondo l’abbiamo ritrovato in alcuni volti, in alcune voci, in alcuni paesaggi che poi abbiamo trasfigurato per dare corpo alle parole di Pasolini. Contestualmente ci è sembrato necessario riflettere sugli aspetti più contraddittori del contemporaneo, quelli che Pasolini intravedeva e condannava già negli Settanta. Ci siamo messi alla ricerca di immagini che potessero spezzare l’incanto dei momenti più intimi e poetici con la durezza di certo sviluppo.
– Come avete lavorato per le scene di ricostruzione e rievocazione?
Federico Savonitto
La volontà è stata quella di creare con le nostre immagini un correlativo oggettivo visibile delle parole che Pasolini ci ha lasciato per raccontare un periodo cruciale della sua vita, quello della sua formazione. Non ci interessava mostrare scene in cui si vedesse un attore nei panni di Pasolini mentre fa delle azioni, volevamo semmai provare a rendere il suo sguardo, muovendoci in quegli invisibili interstizi in cui la realtà diventa immaginario.
Francesco Costabile
Con le scene di ricostruzione, abbiamo cercato di rievocare quel mondo senza scadere nel tipico linguaggio di docu-fiction che tende a sottolineare e visualizzare testi che già di per sé hanno un altissimo valore evocativo. Abbiamo lavorato sul tempo interno della singola inquadratura, cercando di trovare immagini equivalenti che potessero amplificare l’immaginazione dello spettatore. Questo è stato il nostro intento, spero che almeno in parte passi nel nostro lavoro.
– Nel film è trattato il tema dell’omosessualità di Pasolini. Forse è la prima volta in un documentario dedicato alla sua giovinezza, anche se Atti impuri e Amado mio sono testi molto conosciuti. Cosa vi interessava mettere in luce?
Francesco Costabile
Su questa domanda non ho molto da dire. Per me è stata una scelta ovvia. La sessualità è al centro del nostro slancio vitale e della nostra produzione artistica. L’amore per la vita e per il Friuli passa attraverso l’amore per i corpi. In Amado Mio e Atti Impuri sono numerosi i passaggi omoerotici e sono passi di grande spessore poetico. Troppo spesso si è parlato di Pasolini omettendo la sua visione erotica e panica della realtà, la borghesia italiana ha preferito invece scavare nelle zone d’ombra per trasformarlo nel poeta dello scandalo. In questo documentario celebriamo l’amore per la vita di Pasolini e l’amore libero per i giovani contadini friulani. Mi sembra il modo migliore per omaggiare questo grande artista del Novecento.
Federico Savonitto
Il tema dell’omosessualità di Pasolini, se lo si trasla negli anni friulani, è per forza di cose il tema della scoperta della sessualità. Raccontando la formazione di un autore che avrebbe potuto restare in Friuli tutta la vita se non fosse stato costretto a “scappare” a Roma in seguito ad uno scandalo omosessuale, era necessario affrontare sia l’aspetto più vitale di quelle che lui definiva “tempeste” giovanili, sia le implicazioni sociali e politiche che comportava vivere la propria omosessualità in quegli anni.
– Pasolini lascia il Friuli nel 1950 a causa di uno scandalo omosessuale. Nel 1975, dopo il suo tragico assassinio, viene riportato in Friuli per essere sepolto nel cimitero di Casarsa. Questo ritorna anche nel film, per quale motivo?
Francesco Costabile
C’è una circolarità in tutta la vita di Pier Paolo Pasolini. Quello che vive in Friuli si ripeterà ciclicamente in diverse forme e in diverse circostanze. Tutta la vita di Pasolini è una sorta di nastro di Moebius, con temi e e visioni che tornano su se stessi, ed è forse per questo che è importante ripensare e ripartire dal Friuli. È qui che tutto nasce e tutto si forma, sin dai primi anni della sua vita.
CAST TECNICO
Regia: Francesco Costabile e Federico Savonitto
Prodotto da: Remigio Guadagnini e Augusta Eniti
Fotografia: Debora Vrizzi
Montaggio: Natalie Cristiani e Federico Savonitto
Musica: Paolo Corberi
Voce narrante: Daniele Fior
Suono: Havir Gergolet e Antonio Petris
Sound designer: Eric Guerrino Nardin
Costumi: Vittoria Prignano
Direttore di produzione: Remigio Guadagnini
Produttori associati: Centro Studi Pier Paolo Pasolini, Cinemazero, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Kublai Film
FRANCESCO COSTABILE
(Cosenza, 1980) Dopo la laurea al DAMS Cinema di Bologna si diploma in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Il suo cortometraggio L’armadio ha ricevuto una menzione speciale ai Nastri d’Argento 2005 ed ha vinto il premio “Visioni Emiliane” a Visioni Italiane 2006. Il cortometraggio Dentro Roma ha vinto il Nastro d’Argento 2006. Il documentario L’abito e il volto – Ritratto di Piero Tosi ha vinto il premio del pubblico al Biografilm Festival 2010.
Filmografia scelta
In un futuro aprile (2019)
Piero Tosi 1690, l’inizio di un secolo (2014)
La Carrera (2013)
L’abito e il volto – Ritratto di Piero Tosi (2008)
Dentro Roma (2006)
L’armadio (2004)
FEDERICO SAVONITTO
(Udine, 1981) Dopo la laurea a Trieste, con una tesi sperimentale su Wim Wenders, frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia Durante questi anni sviluppa una visione sempre più indirizzata a descrivere gli aspetti invisibili del reale: la relazione dell’individuo con la città, la formazione e trasformazione dell’identità dei personaggi in connessione con il mito e l’archetipo, il contrasto tra vita quotidiana e sogno. Il suo film Pellegrino è stato selezionato al Biografilm Festival 2017 e al Trento Film Festival 2018.
Filmografia scelta
In un futuro aprile (2019)
Pellegrino (2017)
La battaglia di Capo Bon (2017)
La città sconosciuta (2013)
La fine che non ho fatto (2012)
Diario Danisinni (2011)
PRODUZIONE
Prodotto da: Altreforme
In associazione con: Centro Studi Pier Paolo Pasolini, Cinemazero, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico, Kublai Film
Con il sostegno di: Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, Friuli Venezia Giulia Film Commission, Fondazione Friuli
SCHEDA TECNICA
Durata: 78 min.
Formato: DCP, colori/bianco e nero, 1,78:1, 5.1
Lingua: Italiano e Friulano
Anno di produzione: 2019
Nazionalità: Italia
Genere: Documentario, Arte e cultura, Cinema
DISTRIBUZIONE INTERNAZIONALE
CAT&Docs – Parigi (Francia)
www.catndocs.com