Le minacce sempre più frequenti della Russia hanno acceso i riflettori su una transizione più realistica e meno “retorica”, afferma Giampiero Catone, che vede nei giacimenti italiani di gas l’unica soluzione nel breve periodo.
Giampiero Catone: “Autonomia energetica? Per l’Italia ci vorranno anni”
Con la dichiarazione dello stato di “pre-allarme” per le forniture di gas da parte del Ministero della Transizione ecologica, dallo scorso 28 febbraio il Governo ha attivato un monitoraggio costante dei rischi connessi al conflitto russo-ucraino. Prima il caro energia e oggi l’ipotesi di un eventuale blocco dei rubinetti russi mettono il Paese di fronte ad uno scenario estremamente difficile. Contesto che, secondo Giampiero Catone, impone di abbandonare il dibattito “all’insegna del tutto green” e fare finalmente i conti con la realtà. “Ci troviamo in una situazione di “allerta” energetica – scrive in un editoriale pubblicato lo scorso 3 aprile su “La Discussione” – in attesa del prossimo passo che sarà di “emergenza” e quindi razionamenti ed energia da distribuire a singhiozzo con uno scenario per famiglie e imprese di gravissime difficoltà”. Al momento l’Italia compra dalla Russia circa il 40% degli oltre 70 miliardi di metri cubi di gas consumati in media ogni anno. I tentativi di aumentare l’approvvigionamento da altri attori come Libia, Algeria o Stati Uniti difficilmente basteranno a colmare il deficit di un’interruzione di forniture: “Farne a meno non sarà facile se non impossibile – sottolinea Giampiero Catone – mentre per recuperare il tempo perso e avere l’autonomia energetica serviranno anni”.
Giampiero Catone: “Per la transizione c’è bisogno di ipotesi realistiche”
Negli ultimi mesi una consapevolezza maggiore si è diffusa anche nei riguardi dell’approccio alla transizione ecologica: “Per anni, assecondando avventure e scorribande politiche, abbiamo fatto di un discorso strategico come l’approvvigionamento energetico un dibattito privo di realismo – afferma Giampiero Catone, che aggiunge – oggi per fortuna i riflettori sono accesi su ipotesi più realistiche, meno retoriche e politicamente fantasiose”. Vento, sole e idrogeno rappresentano sì il futuro, ma l’emergenza in corso deve spingere il Paese a considerare anche una soluzione di breve e medio periodo. Per Giampiero Catone una valida opzione per aumentare l’autonomia energetica già esiste, sebbene in passato sia stata spesso ostacolata: “Se non vogliamo in questa emergenza tornare al carbone e se rifiutiamo il nucleare, dobbiamo puntare sul gas nazionale. Ci sono giacimenti in terraferma e marini, che possono essere sfruttati o potenziati, e tecnologie adeguate che riducono l’inquinamento”.