Un disco di vita vissuta che racconta la storia di due persone attraverso sette canzoni che mettono a fuoco diverse istantanee del loro percorso.
“Quel filo sottile” è il nuovo disco scritto e arrangiato dal cantautore Daniele Fortunato. Il concept album mette in scena il legame tra due persone attraverso sette fotografie musicali. Si racconta dell’alternanza tra leggerezza e tormento che da adolescenti avvicina i due protagonisti per poi allontanarli, del ritrovarsi adulti vent’anni dopo, con la voglia di restare. L’ultima parte è invece dedicata al messaggio d’amore per i propri figli, che tengono tra le dita quel filo sottile che lega ogni cosa.
Si tratta di un album pop raffinato, che attinge dal jazz, dal country, dai ritmi latini; ma che si nutre alla radice di musica folk; intima e acustica.
Inciso al Marzi Recording studio di Riccione (Concato, Zucchero, Gualazzi etc.), sotto la regia di Daniele Marzi, il disco vede la preziosa partecipazione di Milko Merloni al contrabbasso, Gianluca Nanni alla batteria e Massimo Semprini al sax.
TRACK BY TRACK
Le prime pagine
È l’inizio della relazione, in età adulta, dei protagonisti di disco. La voglia di leggerezza, di affrontare i rischi e coglierne le opportunità senza rimpianti. È una canzone pop che viaggia su una bossa nova dai colori jazz, dedicata alla bellezza degli inizi o, in questo caso, all’emozione dell’iniziare a scrivere un nuovo capitolo con una maggiore consapevolezza.
Aurora
Questa è la prima fotografia di tutta la sequenza narrativa del disco. I due protagonisti qui hanno solo quindici anni e in poco tempo conoscono vette e abissi. È la canzone del passato vista con gli occhi di allora. Un country folk che ci porta indietro nel tempo, quando il resto della storia non era ancora immaginabile.
Mancini maldestri
Un valzer folk intimo e carico di vissuto. È la poesia del quotidiano, dell’attuale, ma anche uno sguardo al passato, al punto in cui tutto è partito. Questo brano è la sintesi di tutti gli altri, è la presa di coscienza, con sguardi sul presente e flashback “di una vita fa”. La particolarità di essere entrambi mancini, rende ancora più simile il loro mondo e il tratto con cui lo disegnano insieme.
L’intelligenza delle sfumature
In una realtà in cui ognuno rimarca in maniera decisa e spesso fanatica il proprio colore, la propria visione irremovibile delle cose, preferisco chi sa ancora cogliere le sfumature, le varianti che possono anche destabilizzarci. Le sfumature sono intelligenti perché portano con sé nuovi punti di vista, ci slegano dalle “cordate” a cui siamo saldi e ci rendono meno arroganti. Un brano acustico atipico, poggiato su un ritmo latino trascinante (tumbao) che sfocia in un ritornello orecchiabile dove la voce dialoga con il sax rappresentando il confronto tra i nostri “mancini”.
Barafonda
I nostri protagonisti camminano sulla spiaggia di San Giuliano Mare (Barafonda) e si imbattono in un murales che racconta lo spiaggiamento di un capodoglio avvenuto in quei luoghi nel 1943, rivivendone sotto forma di canzone, il dolore e il messaggio. Come un archetipo junghiano, la balena diviene l’immagine mentale del male interiore, dove “ognuno ha il suo mostro che invece di odiare dovrebbe lasciare…libero nel mare”. Voce, chitarra acustica con accordatura aperta, strumenti leggeri nell’aria, una ballad eterea che difende però con forza la natura, in ogni sua forma.
Come le stelle
Un’ altra fotografia dei due protagonisti. In questa fase della loro vita vivono in segreto la loro relazione. Si trovano a metà strada nella città di Bologna “mischieranno anche gli errori, in piazza Maggiore promesse e attese di giorni migliori”. È un brano che racconta momenti autentici, vissuti pienamente. Ma al tempo stesso descrive periodi difficili, quello smarrimento che ci pervade quando siamo lontani dalle persone che amiamo.
Quel filo sottile
Solo voce e chitarra. Crepuscolare. È la canzone che chiude l’album ed è quella che lega insieme ogni pagina del racconto; un canto d’amore dedicato ai figli. Con questo brano i protagonisti del disco escono da se stessi per compiere qualcosa d’importante: proteggere e tramandare ciò che possono.
Autoproduzione
Pubblicazione album: 25 settembre 2020
BIO
Daniele Fortunato è un cantautore e maestro elementare classe 1980, piemontese di nascita, ma romagnolo d’adozione. Nel 2008 pubblica il suo ep d’esordio “Ad occhi chiusi” e nel 2012 il primo album “Nuvole di cartapesta”, nati entrambi dalla collaborazione e amicizia con il musicista e produttore Paolo Pizzimenti.
Come compositore ha scritto per le library Soundiva e Preludio (Disney Channel, Fox, La7) musiche per programmi televisivi e telefilm. Dal 2015 si dedica ad un’intensa attività live (sia da solista che in trio) nel territorio riminese, e all’approfondimento dello studio della scrittura musicale con grandi autori come Niccolò Agliardi e Bungaro. Nel 2018 pubblica il singolo “Barone rampante” dedicato al romanzo senza tempo di Italo Calvino. Nostalgie, speranze, rinascite e fotografie del quotidiano vivono tre le parole e le note delle sue canzoni. Un cantautorato folk che si colora di tinte jazz, country e pop, caratterizzato dal suono della chitarra acustica e dalla cura per le armonizzazioni delle voci.
Nel marzo 2020 è uscito in radio il singolo “Mancini maldestri”. Il 10 luglio 2020 arriva in radio il brano “Le prime pagine”, anticipando il concept album pubblicato a settembre 2020 intitolato “Quel filo sottile”.
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